Il Football Video Support (FVS), noto ai più come Var a chiamata, ha fatto il suo esordio in Serie C: ecco come è andata.
Il nuovo Football Video Support (FVS), ribattezzato da molti come “Var a chiamata”, ha fatto il suo debutto ufficiale in Serie C e l’impatto non è passato inosservato. Già alla prima giornata il nuovo strumento è stato utilizzato più volte, incidendo direttamente sugli episodi chiave delle gare. Ma come funziona il FVS? Il protocollo è chiaro: ogni allenatore ha a disposizione due chiamate a partita per richiedere la revisione di un’azione contestata. La richiesta deve essere presentata al quarto uomo, che a sua volta avvisa il direttore di gara. La revisione si svolge con le stesse modalità del VAR tradizionale: l’arbitro visiona le immagini a bordo campo e prende la decisione finale.
Gli episodi rivisti grazie al FVS: che impatto in Serie C
Nel turno inaugurale di Serie C, il Var a chiamata è stato utilizzato tre volte: in due circostanze la revisione ha portato a una modifica della decisione, in un’altra no. Il primo episodio che ha fatto la storia del FVS è stato segnalato al minuto 22 del primo tempo di Perugia-Guidonia Montecelio. L’allenatore degli ospiti Ginestra, ha segnalato un sospetto tocco di mano in area da parte del perugino Giraudo. Dopo la revisione, l’arbitro Zuppi di Firenze ha assegnato il calcio di rigore. Dal dischetto si è presentato Bernadotto, che però si è fatto ipnotizzare da Luca Gemello, bravo a respingere la conclusione.
Più sfortunato, invece, Liverani. Il tecnico della Ternana ha richiesto la revisione al 29′ del match contro il Livorno per un presunto fallo da rosso del centrocampista toscano Jesus Christ Mawete su Fabio Tito. Dopo aver consultato le immagini, il direttore di gara ha negato l’espulsione: semplice cartellino giallo. Il secondo tentativo, però, è andato a buon fine per la gioia degli umbri. Liverani ha utilizzato la sua ultima chiamata nella ripresa e questa volta con successo: il livornese Marchesi è stato espulso dopo revisione al monitor.