Cagliari, Belotti: “Non mi aspettavo che i tifosi mi chiamassero subito sotto la curva”

Venerdì scorso la prima gioia di Andrea Belotti con la maglia del Cagliari: le parole dell’attaccante rossoblù in conferenza stampa.

Giornata di presentazioni in conferenza stampa per Andrea Belotti, nuovo attaccante del Cagliari. Dopo le esperienza poco positive delle scorse stagioni, prima alla Roma e poi alla Fiorentina, Como e Benfica, il Gallo venerdì scorso è tornato a cantare realizzando una doppietta nel successo dei sardi a Lecce.

Cagliari, le parole in conferenza stampa di Belotti

Vittoria con doppietta contro il Lecce.A Lecce è stata una serata perfetta, vincere e convincere a prescindere dai due gol, che mi fanno ovviamente contento, ma la cosa più bella di Lecce è stata come abbiamo interpretato la partita. Nonostante lo svantaggio iniziale la squadra è stata brava a ribaltare il risultato. I due gol sono stati la ciliegina sulla torta, è stato un gran bel risultato”.

L’accoglienza a Cagliari. Non mi aspettavo che i tifosi alla prima partita mi chiamassero subito sotto la curva, non me l’aspettavo e mi ha toccato nel profondo, non mi ero accorto che mi volessero lì ed è stato Deiola a indicarmi di andare, una bella emozione. Mi ha fatto capire l’importanza di una tifoseria che tiene tanto a ogni giocatore che dà tutto per questa maglia. Motivo in più per noi per regalare soddisfazioni. La Società mi ha fatto capire che mi voleva fortemente, mi hanno dato tante sicurezze e tanta fiducia e per me questo è prioritario”.

I numeri. Nelle ultime stagioni sono arrivato a centimetri da ogni cosa, il giudizio magari può cambiare se a Roma vinci l’Europa League e non perdi in finale, idem a Firenze con la Conference. L’attaccante è chiamato a determinare, si guardano soprattutto i numeri, ma dentro una partita ci possono essere tante dinamiche e tanti episodi. L’attaccante deve essere anche utile ad aiutare un compagno a segnare. In termini numerici non sono state annate superlative ma a livello di squadra penso di aver dato qualcosa di importante in ogni contesto. A Como invece è stato un po’ diverso, sono arrivato prima di tutti i grandi acquisti e non ho avuto tanta continuità, forse il mio modo di stare in campo non era perfettamente idoneo alle caratteristiche che chiedeva l’allenatore e alla sua idea di calcio, ma ci sta”.

Il rapporto con Pisacane. “Il mister ha grande conoscenza tecnico-tattica, mette tutti in ritmo, tiene tutti sulla corda, ed è fondamentale perché nel corso di una stagione c’è bisogno di tutti. Avevo visto la gara di Napoli, prima di arrivare qui, una squadra organizzata e non passiva al cospetto di una big, mi ha fatto una bella impressione poche ore prima del mio arrivo nell’Isola. Ho chiamato io Pisacane, volevo esprimergli la mia volontà di venire a Cagliari e mi premeva fargli capire che fisicamente non ero indietro ma che, con il lavoro, sarebbe arrivato tutto. È strano trovare in panchina uno con cui hai battagliato tanto in campo, però nel calcio capita, mi era successo anche con De Rossi a Roma“.

Continuità e Nazionale. Quello che cercavo era continuità, allenamento dopo allenamento, per dimostrare il mio valore. Ho voluto fortemente venire qua, un giocatore penso si debba sempre meritare di giocare e nulla ti viene regalato. Bisogna essere sempre professionisti, il nostro mondo è talmente veloce che oggi ci sei e domani non ci sei più. La Nazionale? Rappresenta sempre un sogno, un obiettivo per chiunque giochi a calcio, personalmente ho vissuto momenti magici in azzurro, un eventuale ritorno passa da ciò che farò con il Cagliari, solo allora potremo parlarne nel concreto. Non è un assillo, penso a fare bene in rossoblù e poi si vedrà”.

Verso l’Inter. L’Inter è sicuramente una squadra tosta, sarà una partita molto difficile data la forza dei nerazzurri, ma noi dobbiamo fare la nostra partita e farci spingere dalla nostra gente, trascinare anche loro verso qualcosa di superlativo. Avremo la nostra gente accanto, può succedere di tutto e proveremo a realizzare il sogno di tutti“.

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