Liverpool, l’ex analyst: “Salah e Mané presi grazie ai dati. Balotelli? Fu un errore”

Liverpool, l'ex analyst: "Salah e Mané presi grazie ai dati. Balotelli? Fu un errore"

In occasione dell’evento TransferRoom di Lisbona, l’ex analyst del Liverpool, Ian Graham, ha parlato della sua esperienza ai Reds come Chief Analyst dal 2012 al 2023. Tra gli argomenti toccati, non solo i top acquisti Salah e Mané ma anche i flop. Tra questi, c’è anche Mario Balotelli. 

Un incredibile spartiacque della storia recente del Liverpool, oltra al magnifico lavoro di Jurgen Klopp, è stata una scelta di mercato del 2017. L’allenatore tedesco chiedeva a gran voce un giovanissimo Julian Brandt all’ora in forza al Leverkusen. L’ex Chief Analyst ha commentato così quel momento in cui il trequartista tedesco sarebbe potuto arrivare al posto di una leggende recente del club come Momo Salah: “Klopp aveva molta voce in capitolo sugli acquisti. Quell’estate voleva Brandt, per il suo grande talento e l’attitudine che aveva mostrato già in giovane età. Noi, grazie al nostro sistema di analisi dei dati, abbiamo concordato con lui che il giocatore dovesse essere certamente inserito nella shortlist di quattro giocatori come possibile rinforzo in quel ruolo, ma per noi non era l’opzione numero uno“.

LA SCELTA DI MOMO SALAH –Salah aveva dei prospetti migliori in ogni categoria. Jurgen è stato bravo a farsi convincere e a convincere a sua volta la proprietà che Mo fosse la scelta migliore nonostante il suo passato di scarso successo al Chelsea. La realtà è che in Serie A stava facendo benissimo e che anche in Inghilterra non aveva giocato affatto male. Aveva solo giocato poco, che è diverso. Ma in quel Chelsea era difficilissimo trovare spazio: anche De Bruyne e Lukaku avevano pochissimi minuti. Quindi, in verità, non serviva un genio a capire che Salah fosse forte. Ma i dati hanno certamente aiutato a ‘giustificare’, anche agli occhi della proprietà americana, l’investimento di oltre 40 milioni su di lui invece che su Brandt, quattro anni più giovane“.

Liverpool, anche Mané come Salah preso grazie ai dati

L’anno precedente, nel 2016, prima di Salah il Liverpool aveva già fatto un acquisto in base ai dati. Si tratta del suo collega di fascia opposta, Sadio Mané: “Klopp ancora una volta è stato bravo a fidarsi. E anzi era molto propenso ad acquistare Sadio dal Southampton nonostante vari feedback negativi sul suo comportamento. Eravamo convinti di poterci lavorare: i numeri erano troppo buoni per non provarci. E invece non solo Sadio si è rivelato un grande giocatore, ma anche e soprattutto una grande persona e un professionista serio. Jurgen ha spinto molto con la proprietà per il suo acquisto: Mané gli era già stato proposto quando allenava il Dortmund ma lui aveva preferito Kampl. E forse rimpiangeva quella scelta”.

Graham racconta anche gli errori commessi con i dati

L’ex analyst, però, racconta l’altro lato della medaglia: “Non sempre abbiano indovinato“. Poi, cita tre acquisti flop fatti sotto la sua gestione e sulla base dei dati: Iago Aspas, Mario Balotelli e Naby Keita.

ASPAS –Un calciatore forte, arrivato da noi nel 2013 per sostituire Suarez. Ha avuto poche vere chance e quando ha giocato non ha mai segnato: agli occhi dei tifosi sembrava semplicemente una sorta di Suarez meno forte. Poi è tornato in Liga e ha dimostrato di essere un grande attaccante.

BALOTELLI –Il secondo caso è Balotelli. Era arrivato a fine mercato estivo del 2014: era la quarta scelta sia per noi che per l’allenatore, Brendan Rodgers. Ma quell’anno abbiamo perso tanto tempo su operazioni che non siamo riusciti a chiudere e ci siamo convinti alla fine che Mario potesse fare al caso nostro. Come Aspas, ha avuto pochi minuti e tanta sfortuna sotto porta nonostante un potenziale enorme.

KEITA –Infine, c’è Naby Keita, un giocatore che amavo. Lo abbiamo pagato 60 milioni dal Lipsia: aveva numeri perfetti e uno storico di infortuni quasi nullo. E invece non è mai riuscito a entrare veramente nelle rotazioni. O almeno, non quanto avevamo pensato. Ogni volta che giocava un buon filotto di partite aveva qualche problema fisico: impronosticabile, non ne aveva mai avuti prima. Eppure nel calcio c’è anche questo: i dati sono un grande aiuto, ma non sono infallibili“.

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