Van de Ven difende Postecoglou: “Il suo sistema funziona. Dovevamo solo adattarci”. Poi la critica alle troppe partite nelle feste

Lunga intervista a “The Overlap“, programma di Sky Sport con Gary Neville, per Micky Van de Ven, difensore del Tottenham, che è tornato sull’ex allenatore Postecoglu e le tante partite durante le feste.

Nonostante una stagione di Premier League disastrosa, chiusa al 17° posto, Micky van de Ven continua a credere nel calcio di Ange Postecoglou. Il difensore del Tottenham lo ha ribadito con forza parlando con Gary Neville a The Overlap di Sky, tornando sui due anni turbolenti vissuti sotto la guida dell’allenatore australiano nel nord di Londra.

L’avventura di Postecoglou era partita in modo travolgente, prima di essere frenata da una lunga serie di infortuni, tra cui quelli muscolari che hanno colpito ripetutamente lo stesso Van de Ven. Nella prima stagione, però, gli Spurs avevano comunque chiuso al quinto posto, a soli due punti dalla Champions League, alimentando aspettative importanti.

La seconda annata è stata invece surreale: 22 sconfitte in campionato, 65 gol subiti e un piazzamento a ridosso della zona retrocessione. Eppure, in Europa League, il Tottenham ha compiuto un percorso straordinario, eliminando AZ, Eintracht Francoforte e Bodø/Glimt fino ad arrivare alla finale — poi vinta contro il Manchester United. Un successo che ha consegnato agli Spurs un trofeo storico e la qualificazione in Champions, ma che non è bastato a salvare Postecoglou, esonerato appena 16 giorni dopo.

Van de Ven, però, non rinnega nulla

“Abbiamo pressato per 90 minuti, sempre. Giocare ogni tre giorni chiede tantissimo al corpo, soprattutto con l’Europa», ha spiegato. «Quando i risultati hanno iniziato a mancare, Ange era ancora più convinto del suo sistema. E io, ancora oggi, credo nel suo sistema: abbiamo giocato un calcio incredibile. Funziona. A un certo punto, però, dovevamo adattarci di più, cosa che allora non abbiamo fatto”.

Lo stile ultra-offensivo di Postecoglou ha affascinato, così come le sue celebri conferenze stampa “this is who we are, mate”. Ma col tempo, la squadra ha sentito il bisogno di maggiore equilibrio. Van de Ven ha raccontato un confronto diretto, insieme a Cristian Romero, con l’allenatore:
“Gli abbiamo detto che a volte dovevamo essere più difensivi per vincere certe partite. A Francoforte eravamo avanti 1-0: non potevamo continuare ad attaccare. Serviva un blocco basso, portare a casa i tre punti”.

Postecoglou, sorprendentemente, accettò il confronto:
“Ci disse che era d’accordo e che si aspettava che io e Guti risolvessimo la cosa in campo. Avevamo una reputazione nello spogliatoio e dovevamo farci seguire dagli altri”.

Il punto di svolta arrivò in finale di Europa League. Avanti 1-0 all’intervallo grazie a Brennan Johnson, il Tottenham cambiò pelle.
“Prima della finale sapevamo che dovevamo vincere il trofeo, non importava come», ha raccontato Van de Ven. «All’inizio Ange voleva fare quello di sempre, ma poi all’intervallo disse: continuiamo a pressare, ma se non funziona, abbassiamoci. Chiudiamo la porta”.

“In quel momento l’ho guardato e ho pensato: sì. Non era mai stato così. Eravamo avanti 1-0 e avremmo vinto quella partita, a ogni costo”.

Un racconto che restituisce tutta la complessità dell’era Postecoglou al Tottenham: idee forti, identità chiara, ma anche limiti di adattamento. Per Van de Ven, però, una certezza rimane: quel sistema, se calibrato, poteva — e può ancora — funzionare.

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