La piaga celata del progetto Redbull

La piaga celata del progetto Redbull

La Redbull è ormai da anni che si impone con operosità e alacrità nel calcio riuscendo ad affermarsi in molteplici occasioni.

La grande azienda austriaca è una dei pochi esempi sportivi di modello quasi perfetto.

La Redbull si è creata un vero e proprio impero coloniale calcistico e in tantissimi casi è riuscita a rispettare o addirittura superare la aspettative.

La “rinascita” della Redbull in Africa

In Africa per esempio, in seguito al fallimento della Redbull Ghana, i tori rossi hanno deciso di puntare sulla West African Football Academy. 

L’accademia è in stretto contatto con il Feyenoord,L’ASEC Mimosas(club ivoriano) ma soprattutto la Redbull.

La WAFA ha portato diversi talenti interessanti nel calcio europeo, tra tutti il classe 2004 Karim Konate di cui sentiremo parlare in ottica futura, ovviamente di proprietà Redbull.

Per non parlare del trio vincente europeo: Redbull Lipsia,Redbull Salisburgo e Liefering di cui ci sarebbe da scrivere molteplici testi romanzati.

La Redbull nelle Americhe

La compagnia austriaca si è impegnata anche nei territori oltre l’Oceano Atlantico anche se si è rivelato, e tutt’ora si rivela, uno spiacevole e sorprendente fallimento.

Rispettivamente nel 2006 e nel 2019 nascono New York Redbulls e Redbull Bragantino.

I due club adesso sono stabilmente nella massima divisione,il che è oggetto di vanto, ma dalla Redbull ci si aspettava decisamente di più.

Il calciatore più importante che ha militato nei New York Redbulls è sicuramente Thierry Henry il quale ha dato visibilità al club statunitense.

Ma talenti cresciuti nel club di MLS divenuti poi giocatori di alto livello se ne contano sulle dita delle mani.

Il più importante è Tyler Adams, centrocampista che poi è passato proprio al Lipsia e attualmente è in forza al Leeds United.

Poi troviamo Michael Murillo, discreto terzino dell’Anderlecht e qualche altro talento recente come Caden Clark e Frankie Amaya.

Spostiamoci invece in Brasile, terra dei numerosi astri nascenti pronti a brillare nel calcio europeo.

Qua è situato il Redbull Bragantino che però di talenti ne ha prodotti ben pochi.

Purtroppo il club non ha migliorato in modo esponenziale la situazione e ancora si fa “sottomettere” dai grandi club brasiliani.

È vero che il progetto è ancora alle prime armi, ma in 4 anni l’unico grande calciatore prodotto è stato Claudinho.

Il centrocampista brasiliano può vantare di una grande qualità e duttilità, attualmente milita in Russia nello Zenit, ma dopo l’ennesima stagione da top player chissà se a qualche club europeo verrà in mente di prelevarlo.

A differenza dei New York Redbulls, il club brasiliano può contare sui tanti talenti in rosa.

C’è ancora una chance?

Sembra anomalo che tra tutti questi prodigi  ancora nessuno abbia giganteggiato in un campionato comunque di modesto livello.

Può risultare anacronistico ma la Redbull, almeno nelle Americhe, finora, ha fallito miseramente.

La lungimiranza dei talent scout della Redbull è insindacabile, riusciranno prima o poi questi 2 club a portare prestigio alla nota azienda austriaca?

La piaga celata del progetto Redbull. Si, perché in pochi lo sanno ma anche dei maestri sportivi come loro possono commettere errori.

 

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