Napoli, paghi la presunzione di De Laurentiis

A Napoli è notte fonda. Anzi, è buio pesto. Il morale è basso, i sorrisi spenti. Spenti nel vuoto di un’illusione. Nel silenzio di una delusione. Nei fischi del Maradona. Incessanti, come la pioggia che, di per sé, preannunciava un punto di non ritorno. Il gol di Kovalenko e la vittoria dell’Empoli, però, non sono altro che la punta dell’Iceberg di una stagione concepita male e partita nel peggior dei modi. Non si respira più, quell’atmosfera magica che, solo qualche mese fa, animava la città. Non si vede più, sul campo, quella squadra capace di insegnare calcio al mondo. Quella squadra capace di divertire, di divertirsi. Di vincere.

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Napoli, paghi la presunzione di De Laurentiis

Tutto svanito, nel segno di una presunzione convinta e inossidabile. Tutto svanito, cancellato da una gestione dello scudetto scellerata e attendista, presa con eccessiva leggerezza, programmata quasi alla sperindio, adagiandosi su allori instabili e pericolosi. C’era il rischio di incorrere in un depauperamento delle ambizioni vincenti, doveva esserci la volontà di rimanere quantomeno una contender credibile, nonché la possibilità di crearsi i presupposti per aprire un ciclo. Arrivati al 12 novembre, però, il sogno di giocare con il tricolore sul petto si è trasformato pian piano in un’agonia crescente. Riconducibile agli errori estivi: dal mercato fin troppo cauto arrivando alla scelta dell’allenatore, che non ha mantenuto viva la fiammella delle motivazioni ponendosi in netta discontinuità con quanto fatto dal suo glorioso predecessore, Luciano Spalletti. Al contrario, Rudi Garcia non ha mai trovato il feeling con il gruppo, che non gira, non lo segue, non si trova e in campo non entusiasma. Il francese sbarcava a Napoli con grande voglia di riscatto, consapevole delle difficoltà che avrebbe dovuto fronteggiare. Inconsapevole, però, della solitudine che lo avrebbe atteso. De Laurentiis ha tirato troppo la corda, ha scherzato, ha provato di nuovo il colpo di teatro. Ma, evidentemente, non ci credeva nemmeno lui, questa volta. O forse, ci credeva fin troppo, sapendo di quanto fosse azzardato. Adesso proverà a metterci una pezza: non una cura, al massimo un’antidolorifico. Questo succede quando, in fondo, ti accontenti.

 

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Fonte foto: imago

 

 

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