Nella prima mattinata c’è stata la presentazione del nuovo tecnico della Roma, Daniele De Rossi. In questa intervista l’ex bandiera giallorossa ha spiegato un po’ della tipologia di calcio che vorrebbe attuare con la squadra, degli eventuali obbiettivi da raggiungere e della possibile riconferma a fine anno.
Una bandiera per risollevare la Roma
Che Roma hai visto?
“Quando cambi allenatore i giocatori vanno a 3mila all’ora, è sempre così. I primi allenamenti ti danno una risposta fino ad un certo punto. Ma è stata una risposta incredibile. Sembrano delle spugne e li ringrazio”
Qual è il problema principale che crede di dover risolvere?
“Quando cambi è perché ci sono problemi, io non pensavo ce ne fossero così tanti, ma la società sì. Devo partire dallo 0-0, come nelle partite. In 3-4 giorni non fai in tempo ad analizzare tutto, ma per questioni di tifo la Roma l’ho seguita sempre, quindi è la squadra che conosco di più al mondo. Magari abbiamo accorciato il periodo di studio”
A fine stagione saresti felice se?
“Sarei contento se a fine stagione fossimo tra le prime quattro della classifica. È un obiettivo da puntare, non facile ma possibile”
Momento giusto per allenare la Roma?
“Non si rifiuta la Roma. Come era successo ad Andrea Pirlo alla Juve. Ci sono uomini che rifiutano e altri che si mettono dentro. Non è nostalgia del passato, avrei detto no se pensassi che la squadra fosse mediocre, ma credo che la squadra sia forte e possa aiutare me nella fase di sviluppo della carriera”
Qual è il calcio di De Rossi?
“Dire il mio calcio mi fa venire i brividi e l’ho sentito dire anche da allenatori che stimo. A parte da Guardiola, De Zerbi, Simeone e Conte, che hanno spostato qualcosa nel calcio, io non sono al loro livello, penso che gli allenatori bravi li riconosci da come fanno giocare la squadra. Se la Roma, alla fine di questo percorso, sarà riconoscibile e sarà organizzata, sarò contento. Venire ricordato per uno che fa giocare bene la squadra e la fa vincere mi basta e avanza”
Si è parlato di Europa League, cosa ti hanno detto di un’eventuale permanenza nel futuro?
“I Friedkin sono stati chiarissimi sul contratto e la durata. Io ho detto ok, mi va benissimo, mettete voi la cifra, mettetemi un bonus per la Champions e via. Li ringrazio per l’opportunità grande che sto ricevendo. Il contratto è di sei mesi, mi gioco le mie carte, ho chiesto solo di trattarmi da allenatore, non da bandiera. Io me la giocherò fino alla morte per rimanere qui, è sottinteso, con un gioco pulito. Sarebbe un sogno per me”
La sua sarà una difesa a tre o a quattro?
“Mi sono innamorato di questo lavoro prima con Spalletti, poi Luis Enrique. Questi tipi di allenatori, che portano tanti giocatori in fase offensiva e che difendono a quattro, mi hanno fatto innamorare. Questa squadra gioca però da anni a tre, ora vediamo, si può anche difendere in un modo e attaccare in un altro tramite alcune rotazioni. Magari cambieremo durante la partita o a seconda dell’avversario”
Si è sentito allenatore appena entrato nello spogliatoio?
“Uno non la sogna certamente così, sostituire l’allenatore più titolato della storia. Mi aspettavo un processo più graduale, ma è piena la storia di traghettatori presi per poco tempo e che poi sono rimasti. Mi sento comunque allenatore, più in campo che nello spogliatoio. Chiaro che voglio bene a Pellegrini, Cristante etc, ma si può avere rispetto dei ruoli pur essendo amici. Quando entriamo in campo, lì mi sono sentito allenatore. Loro mi guardano, mi ascoltano, mi seguono, mi sembra che gradiscano ciò che sentono. ora vediamo se ciò porterà a fare punti”
Si è fatto un’idea sui problemi principali?
“Qualche problema si vedeva anche guardando le partite, ma non penso che la Roma giocasse male. Con l’Atalanta, con il Napoli ha giocato grandi partite e non è stata allenata male. Le idee e qualche domanda ce la stiamo facendo ma non è rispettoso parlarne adesso. Ero consapevole che i giocatori sono forti, quando li vedi in allenamento Dybala, Lukaku, Pellegrini si vede che sono forti. Mi ha impressionato Pisilli, ammetto che non lo conoscevo”
Cosa c’è da non sottovalutare del Verona?
”Stimo molto Baroni come uomo e come allenatore. Poi hanno giocatori di fisicità, un gioco definito e riconoscibile, sanno fare bene. L’emozione dell’esordio non ci deve fare scherzi”.
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Fonte foto: X Roma