Ancora uno stop, per la Juventus e per Allegri. Il primo mini-ciclo di crisi della stagione aggiunge al suo mosaico un altro tassello dal sapore di incertezza: il 2-2 di Verona. Due punti nelle ultime quattro, -9 dall’Inter che però ha una partita in meno. Le speranze scudetto ridotte a zero sembrano aver tolto qualche punta di energia alla squadra. Che, adesso, deve fare in fretta a ritrovarsi: ora sì, c’è solo una Champions League da prendersi.
Verona-Juventus, il racconto del match
Il Verona non vince da quattro partite ma, nonostante la diaspora dei suoi migliori giocatori e una squadra totalmente rimaneggiata dal mercato, appare in buona condizione e cerca punti salvezza. Baroni si presenta alla sfida contro la Juventus rinforzando la mediana con la novità Dani Silva, che affianca Duda. Sulla trequarti torna Suslov, spalleggiato dal Folorunsho e Lazovic dietro all’unica punta Noslin. Difesa a quattro formata da Tchatchoua, Magnani, Dawidowicz e Cabal. In porta Montipò.
Lato Juve, Allegri vuole tornare a correre (1 punto nelle ultime 3) e conferma il suo 11 tipo. Un solo cambio forzato, con Rugani che rimpiazza Bremer (squalificato) e affianca Danilo e Gatti. A centrocampo spazio per Kostic e Cambiaso sugli esterni, con Rabiot, Locatelli e Mckennie in mezzo. Peso dell’attacco affidato a Vlahovic e Yildiz.
A prendere subito in mano il ritmo della partita è l’Hellas Verona, che occupa la metà campo della Juve con coraggio e organizzazione. La squadra di Baroni parte bene, aggredisce e trova subito il guizzo vincente: al minuto 11 ci pensa Folorunsho a bucare Szczesny con un tiro al volo da manuale. Tra un ribaltamento di fronte e l’altro, i bianconeri, seppur con inconsistenza, trovano spazi e riescono a reagire e conquistano un calcio di rigore al minuto 27 causa fallo di mano di Tchatchoua. Sul dischetto si presenta Vlahovic, che non sbaglia e timbra il cartellino per la tredicesima volta del suo campionato. Un primo tempo nel complesso equilibrato termina dunque sul risultato di 1-1.
L’inizio di secondo tempo è lo specchio della prima frazione: Juve imballata, Verona pungente e propositivo. Gli scaligeri colgono ancora impreparata la retroguardia di Allegri e trova un altro gol frutto di una grande aggressività. Ci pensa questa volta Noslin, già pericoloso in un paio di occasioni, a punire una Juventus disattenta. Primo gol in Serie A per l’olandese, la cui gioia, sua e del Bentegodi, è purtroppo effimera: una palla persa in uscita dall’Hellas, tre minuti dopo, propizia l’azione del 2-2 bianconero, messo a referto da Rabiot. Locatelli raccoglie l’errore di Cabal e serve il francese ex PSG, che controlla e incrocia all’angolino.
Subito dopo il gol, entrano in campo Chiesa (al posto di Kostic) e Alex Sandro (per Gatti) e la Vecchia Signora alza progressivamente il baricentro. Sarà ancora il Verona, però, a rendersi pericoloso, spaventando un attento Szczesny con la conclusione dalla media distanza di Lazovic. La partita si conferma elettrica, e infatti, poco dopo, Vlahovic sfiora di testa il 3-2 impattando di poco sopra la traversa. Al minuto 83, sarà Chiesa a sparare alto di poco, e sarà lo stesso Chiesa a impegnare Montipò al minuto 92. Il portiere dell’Hellas è bravissimo a respingere di piede.
Il Verona resiste con grande cuore all’assalto finale bianconero: non c’è più tempo, al Bentegodi finisce 2-2.
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Fonte foto: X Verona