La Lazio non è stata troppo senza un allenatore di ruolo in panca: Lotito si è subito assicurato Tudor, dopo aver accettato le dimissioni di Sarri. Il neo allenatore dei biancocelesti si ritrova a dover dare un segnale forte ai suoi giocatori, per tentare di salvare una stagione decisamente dimenticabile.
Oggi, a Formello, il nuovo allenatore Tudor e il suo staff trascorreranno una giornata immersi nelle riunioni, mettendo a punto il lavoro che sarà svolto nei prossimi giorni, fino alla prima partita del nuovo corso. Ironia del destino, questa prima sfida sarà contro la Juventus, la squadra più importante in cui Tudor ha giocato. Ma il calendario non darà tregua, poiché tre giorni dopo affronteranno nuovamente la Juventus nella semifinale di andata di Coppa Italia, per poi chiudere la settimana con il derby.
Due volte la Juventus in tre giorni: difficilmente Tudor poteva avere un inizio più difficile. E per provare a salvare la stagione sottotono dei biancocelesti, forse mettere la squadra (e il neo allenatore) sotto stress potrebbe essere un modo per dare una scossa. Un battesimo di fuoco che sconsiglia cambiamenti drastici a livello tattico. Tuttavia, una discontinuità sarà inevitabile. Il 4-3-3 di Sarri verrà archiviato, a meno che Tudor non ritenga che la squadra non sia pronta a separarsi velocemente da quel modulo. È improbabile che ciò accada, considerando che il dogmatismo del modulo di Sarri è stato uno dei problemi maggiormente sentiti nello spogliatoio. Pertanto, un cambiamento è inevitabile.
Da rider per il Subway ai gol contro le big, la storia di Tijjani Noslin
Tudor, un inizio complesso: le idee sulla formazione
Le ultime esperienze di Tudor a Verona e Marsiglia hanno visto l’utilizzo del 3-4-2-1. Questo potrebbe essere il destino finale anche per la Lazio, ma solo nella prossima stagione. Al momento, la svolta sarà graduale, con un 4-2-3-1 che servirà da via di mezzo tra il 4-3-3 e il 3-4-2-1. Anche alcune modifiche nell’organico sono probabili. È probabile il ritorno tra i titolari di Casale, che sotto la guida di Tudor a Verona era una figura chiave. Un altro giocatore con cui Tudor è familiare è Guendouzi, che ha giocato con lui al Marsiglia. Era già una pedina importante con Sarri e lo sarà ancora di più con Tudor. Anche se, a dirla tutta, probabilmente ora sta semplicemente pensando di mettere i migliori 11 e ritardare gli esperimenti a dopo la doppia sfida contro la Juventus.
Tuttavia, Tudor correrà meno rischi possibili. Ci sarà spazio per i titolarissimi, ma non è esclusa la possibilità di sperimentazioni e novità. La Lazio dei prossimi mesi dovrà essere pragmatica e ispirata ai principi dello scorso anno, che le hanno permesso di esprimersi ad alti livelli. L’analisi delle esperienze passate di Tudor in panchina suggerisce uno schieramento con un 3-4-2-1, con Casale, Romagnoli e Gila in difesa, Felipe Anderson e Pellegrini o Hysaj o Marusic a centrocampo, Guendouzi e Cataldi fermi nel centrocampo, e Zaccagni e Luis Alberto alle spalle di Immobile in attacco.
Il tecnico croato ripartirà dai soliti?
Occhio però: sia Ciro che Luis Alberto sembrano ormai alla fine dell’esperienza alla Lazio, e questo potrebbe incidere sul minutaggio. E visto che Tudor ha un contratto che lo lega ai biancocelesti fino alla prossima stagione, potrebbe puntare su profilo con più probabilità di rimanere. Tuttavia, non è da escludere la possibilità di ripartire con il 4-3-3, un modulo che Tudor ha dimostrato di poter rendere competitivo in passato con Galatasaray e Marsiglia.
In sintesi, mentre si prevedono alcuni cambiamenti, sembra che l’ossatura della squadra, specialmente nelle prime partite, rimarrà solida. Quindi, Tudor potrebbe optare per una strada già battuta, come il 4-3-3, per garantire una transizione più fluida e una base stabile su cui costruire.
Volete rimanere aggiornati sul mondo del calcio?
Se volete restare aggiornati su tutto il mondo del calcio, rimanete sintonizzati sul nostro sito e sulla nostra pagina Instagram @direttacalciomercato!
Fonte foto: Lazio X