Alla scoperta del Cancùn, la squadra sulle tracce di Dybala

Prendete carta e penna, e segnatevi questo nome: Giovanni Solazzi. Trentenne, italiano, ma lavora in Messico e ha idee ambiziose. E’ infatti il vicepresidente e DG del Cancùn, una squadra di calcio nata in piena pandemia e rilevata dopo un anno dal businessman americano Jeff Luhnow e dallo stesso Solazzi. La seconda meta turistica a livello mondiale, in effetti, meritava il suo punto di riferimento nel pallone. Ma, partendo da zero, Solazzi ha messo in piedi la rosa più giovane del Messico, che oggi sogna promozione in prima divisione e…Paulo Dybala.

Spiagge, caldo, iguane, alligatori e quel senso di unità nazionale che aveva bisogno di un appiglio nel pallone, il veicolo di valori e di appartenenza per eccellenza. Il Cancùn FC, squadra nata dal nulla e in un contesto povero di cultura calcistica, oggi, sogna in grande. E’ un gruppo giovane, gestito da una dirigenza giovane, che fa del divertimento e della creatività i suoi punti forti. Il progetto sportivo è ben avviato, però è a livello di immagine che il club si esalta. Basti pensare alle magliette, legate indissolubilmente alla tradizione (l’azzurro dell’acqua, la sabbia delle spiagge e la storia dei Maya), ma non solo. Lo stadio del club, una volta abbandonato, ora è diventato una sorta di centro commerciale, con una jacuzzi vista campo, il barbiere, il tatuatore e un’area DJ. E negli obiettivi di Solazzi ci sarebbero anche ”una casa sull’albero e una zipline”.

La casa del Cancun FC (X Cancun FC) direttacalciomercato.com

Cancùn e l’idea Dybala: parla Solazzi

Intervistato da Calciomercato.com, è stato lo stesso Solazzi a confermare l’ambiziosità del progetto del Cancùn. Terzo in seconda divisione messicana, con grandi sogni di gloria. Il ragazzo italiano, inoltre, apprezza Roma e la Roma e in passato ha avuto rapporti con i Friedkin. A cui vorrebbe ”rubare”, in un futuro non troppo lontano, Paulo Dybala:

”Ho 30 anni e da tre sono vicepresidente e direttore generale del Cancùn, ma mi occupo di tutta l’organizzazione del club: il presidente è Jeff, ma venendo in Messico sei giorni all’anno la gestione generale ce l’ho io in mano. Fino a qualche anno fa ho fatto spesso su e giù tra il Messico e Roma perché con i Friedkin avevamo iniziato una collaborazione sull’analisi dati, ma dopo i primi sei mesi ci siamo resi conto che avevamo molto lavoro e non saremmo riusciti a seguire tutto”.

”Il mio sogno è portare Carlos Vela a Cancún. Lui è nato qua e da noi lavorano i suoi due fratelli. Un altro nome che mi piacerebbe portare è Dybala, conosco l’agente e da noi c’è una grande comunità argentina. Se saliamo in prima divisione possiamo lavorare davvero a un grande colpo, la nostra idea è fare quello che ha fatto l’Inter Miami in MLS con la differenza che qui abbiamo una disponibilità economica maggiore”.

”Mi è capitato spesso che con me fossero prevenuti per via dell’età. Si pensa che un ragazzo giovane non possa fare grandi cose, esiste una mentalità gerarchica che all’estero non hanno. Purtroppo la mentalità è un po’ limitata, l’unica proposta che potrebbe farmi cambiare idea è se dovesse arrivare un’offerta importante dalla Roma: mi piacerebbe vincere uno scudetto con i giallorossi per la passione che c’è in quella città”.

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Insomma: la storia del Cancùn dimostra come anche una piccola realtà può finire sulla bocca di tutti. Sognando Dybala…

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Fonte foto: X Roma

 

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