Ennesimo capolavoro di Gasperiniana bellezza. L’Atalanta annienta il Marsiglia e vola in finale di Europa League: i bergamaschi, inoltre, si giocheranno anche l’ultimo atto della nostra Coppa Italia. Una stagione da sogno che, adesso, vuole scrivere il finale perfetto.
Game, set, match. L’Atalanta non vuole proprio fermarsi. E Bergamo sogna. D’altronde, con una squadra così bella ed affiatata, non potrebbe essere altrimenti: tutto è possibile. Anche giocare per due finali, una di queste fuori dai confini nazionali. Dopo 8 anni di splendido lavoro, adesso Gasperini vuole vincere (e se lo meriterebbe parecchio). La sua Dea ha cambiato interpreti, ma non l’interpretazione della partita, l’identità, l’anima da combattente. I risultati di una gestione tecnico-societaria invidiabile sono ancora una volta sotto gli occhi di tutti.

Atalanta, in finale ci vai con le tue certezze
116 anni di storia capovolti nella descrizione di un attimo. L’Atalanta, prima d’ora, non aveva mai raggiunto una finale europea. Ma questo risultato non è altro che la diretta conseguenza di un musiche orchestrate con sinfonie perfette. Sul campo, con rigoroso lavoro di fantasia, e dietro le quinte, con la miscela ideale di programmazione e sostenibilità. Nel corso del tempo, la Dea ha sempre saputo reinventarsi, facendo fronte alle onerose cessioni delle sue stesse scoperte con altrettante scoperte (Scalvini un esempio lampante). E non ha mai smarrito i suoi capisaldi: Gasperini ha fatto centro con giocatori e personalità diverse, e tanti sono migliorati sotto la sua attenta supervisione. Esempi recenti sono Charles De Ketelaere e Gianluca Scamacca, arrivati la scorsa estate come incognite e ora assoluti protagonisti della stagione neroazzurra. Il primo ha ritrovato stimoli e personalità perdute nel difficile anno di Milan, mettendo in saccoccia 11 gol e 8 assist tra tutte le competizioni. Il secondo, reduce dalla complicata esperienza con il West Ham, ha portato quantità e gol pesanti: 17 in tutto, 11 negli ultimi due mesi di totale centralità nel sistema del Gasp.
Impossibile poi non citare la qualità e la quantità di Koopmeiners, che con 15 gol e 6 assist guida il centrocampo della Dea insieme all’instancabile Ederson senza dimenticarsi dei polmoni di Pasalic e della grinta di De Roon. Sulle fasce, a cui Gasperini dedica sempre tanta attenzione, macinano chilometri Zappacosta e Ruggeri (ieri autore di un gol bellissimo). Ma la forza di questa squadra è il collettivo, più grande dei suoi singoli per i richiami tattici, la fame negli occhi, le idee di sogni ben chiari. Insomma, uno spettacolo corale che non avrà sicuramente paura, comunque vada, di affrontare il magico Bayer Leverkusen di Xabi Alonso.
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Il percorso europeo e il futuro di Gasperini
Ma come ci è arrivata l’Atalanta in finale di Europa League? Sembra passato tutto così in fretta dalla prima partita del suo viaggio, vinta 2-0 contro il Rakow. La Dea, inserita nel gruppo D, è passata agli ottavi di finale senza mai perdere un incontro, battendo anche lo Sporting Lisbona campione di Portogallo. Poi, la fase finale: ancora una tappa a casa di Amorim, prima della clamorosa impresa consumatasi nell’immensità di Anfield. Una doppietta di Scamacca annienta il Liverpool di Klopp: da quella serata, l’Atalanta ha pienamente preso coscienza della sua forza. E il Marsiglia lo ha capito subito che poteva fare ben poco contro una squadra così rodata e matura.
Tutto merito, ovviamente, di Gian Piero Gasperini. Un maestro, senza troppi giri di parole. Un uomo di calcio che, di calcio, ne sa più di tutti. E tutti, almeno sotto questo aspetto, riescono a trovare punti in comune. E tanti, da tempo, lo vorrebbero alla guida della propria squadra. In passato ci aveva provato la Roma, quest’anno si vocifera di un interesse del Napoli. Ora come ora, però, è difficile solo pensare il tecnico di Grugliasco seduto su un’altra panchina. Anche perché, prima, c’è un lavoro da portare a termine.
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Fonte foto: X Atalanta