Prima il Chievo Verona, poi l’Atalanta e adesso il Bologna: alla base dei successi di queste tre squadre c’è lo stesso uomo, Giovanni Sartori. Suo il grande merito di questa grandissima cavalcata del Bologna culminata con la conquista della Champions League.
Dove passa lui le squadre tornano a rivedere le stelle e ritornano a sognare: è il caso lampante di Giovanni Sartori, l’architetto silenzioso di questo grande Bologna qualificato alla prossima Champions League per la prima volta dopo l’apparizione di circa sessanta anni fa nell’allora Coppa dei Campioni stagione 1964/65. Una carriera dirigenziale eccellente iniziata con il Chievo, proseguita all’Atalanta e adesso al Bologna: Giovanni Sartori è l’uomo in grado di costruire grandi squadre e che trasforma sogni in solide realtà.

Giovanni Sartori, bottega del sarto di grande qualità: è lui la chiave (silenziosa) del successo del Bologna
L’uomo chiave e artefice di questa impresa clamorosa del Bologna in Champions League ha un nome e cognome: Giovanni Sartori. Si tratta del terzo miracolo sportivo di uno dei direttori più apprezzati in Italia e non solo: dopo Chievo e Atalanta, è riuscito nell’impresa di portare anche il Bologna in Champions League. Un’idea e filosofia di lavoro ben chiara e precisa: Sartori ha sempre scelto la provincia invece di un club di blasone e con grande pressione, perché rappresentano l’ambiente ideale per lavorare con i suoi metodi, per sperimentare e permettere anche qualche piccolo incidente di percorso.
Dopo aver lasciato Bergamo nel 2022, il presidente Joey Saputo decide di ingaggiarlo per il suo Bologna e sin da subito si intravedono i primi grandi risultati. Dopo aver ceduto alcuni di quei giocatori che sono stati un po’ il fiore all’occhiello del Bologna negli anni precedenti, come Hickey, Svanberg, Theate, Arnautovic e Dominguez, Sartori è stato in grado di sorprendere ancora una volta tutti con acquisti esotici e intelligenti da un punto di vista tattico ed economico. Da Zirkzee a Calafiori, passando per Ferguson, Beukema e Ndoye solo per citarne alcuni: dei giocatori arrivati a Bologna con diversi interrogativi che si sono rivelati funzionali per il gioco e le idee di Thiago Motta.
A proposito, non si può non citare l’enorme lavoro di Thiago Motta: Sartori ha consegnato le chiavi del club ad un tecnico anche lui arrivato a Bologna con alcuni interrogativi. Nella precedente esperienza allo Spezia, Motta è riuscito ad ottenere a sprazzi degli ottimi risultati lasciando intravedere un timido futuro luminoso: e anche qui come in molte operazioni, Sartori con il suo fiuto visionario ha anticipato tutti centrando l’ennesima fantastica mossa di mercato.
Bologna e Juventus, i due volti della qualificazione all’Europa
Il sarto di tre miracoli sportivi: la Champions prima con il Chievo, poi Atalanta e adesso Bologna
Dopo una buona carriera da calciatore con anche un titolo vinto, anche se non da protagonista, con il Milan che consegnò la prima Stella ai rossoneri nella stagione 1978/79, Giovanni Sartori sta decisamente giocando un ruolo da protagonista in Italia e in Europa nelle vesti dirigenziali. L’intuizione di questo nuovo ruolo venne a Luigi Campedelli presidente del Chievo: intuizione perfettamente riuscita, perché Sartori giocò un ruolo fondamentale nell’ascesa del Chievo Verona da piccola squadra di quartiere ad autentica realtà nazionale onnipresente nel corso delle stagioni in Serie A.
Un successo culminato addirittura con l’approdo del piccolo Chievo in Champions League nel 2006. Così come a Bologna, anche a Verona in questo lunghissimo viaggio durato 14 anni, si sono formati giocatori importanti di caratura mondiale: da Amauri passando per Perrotta, fino ad arrivare a Corradi, Luciano e Barzagli. Dopo la prima avventura al Chievo, Sartori nel 2014 passa a Bergamo sposando il progetto Atalanta: in nerazzurro il percorso migliora addirittura. L’Atalanta nel giro di pochi anni passa dal lottare per non retrocedere in Serie B alla Champions League: un quarto di finale perso nel finale contro il PSG in Champions League, passando per le due finali di Coppa Italia.
I colpi di Giovanni Sartori all’Atalanta: dalla lotta salvezza alla Champions League
Anche qui Sartori ha delle intuizioni impeccabili: a Bergamo arrivano giocatori come Gomez, Zapata, Ilicic, Kessié, Caldara, Hateboer, De Roon e via dicendo. La logica è sempre la stessa: Sartori visiona i giocatori andandoli a vedere in prima persona allo stadio, li acquista ad una cifra non esorbitante per poi fare le fortune economiche del club con le loro cessioni. Una pozione magica, visionaria e vincente che hanno fatto le fortune personali di Giovanni Sartori ma anche quelli di Chievo Verona prima, ma sopratutto di Atalanta e Bologna, diventati due modelli assoluti da seguire per molti club italiani e mondiali.
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Fonte foto: account X Bologna FC