La vittoria contro l’Everton non basta per conquistare il campionato, il City supera il West Ham e vince per la quarta volta consecutiva il titolo. Due i punti di differenza in classifica, per i Gunners il digiuno prosegue.
C’è un vuoto in ogni tifoso dell’Arsenal, un vuoto che dura da vent’anni e che, dopo l’esito odierno, è destinato ad albergare al proprio interno almeno per un’altra stagione. L’Arsenal, anche quest’anno, sfiora ma manca quel titolo tanto sognato, sfiorato e assente dal 2004, anno degli Invincibili di Wenger. La squadra di Arteta ha fatto il suo battendo l’Everton con le reti di Tomiyasu e Havertz, ma il City non ha fallito contro il West Ham, aggiudicandosi per la quarta volta consecutiva la Premier League. Un record per Guardiola, che ha preceduto di due punti l’amico-antagonista Arteta, suo ex allenatore in seconda.
Un copione già visto lo scorso campionato, quando i Gunners chiusero ad appena cinque lunghezze restando in corsa fino alla fine. L’Arsenal negli ultimi quattro anni ha comunque compiuto diversi passi in avanti. Il post Wenger per i biancorossi è stato inizialmente traumatico: Emery, nel 2018, perde una finale di Europa League contro il Chelsea e a novembre del 2019 viene esonerato. Arteta ha poi restituito identità, gioco e riportato la squadra in Champions League, oltre ad aver collezionato una FA Cup e due Community Shield. Il progetto della società è in continua evoluzione, anno dopo anno vengono aggiunti dei tasselli importanti, ma per tornare a trionfare in campionato manca ancora qualcosa.
Arsenal, il campionato in sintesi
La squadra del Nord di Londra ha fatto il possibile. Ventotto vittorie su trentotto gare e miglior difesa, chiudendo il campionato con 89 punti. Tanti, ma non sufficienti quando davanti c’è una macchina inarrestabile come il Manchester City, avversario contro il quale Odegaard e compagni hanno raccolto quattro punti tra andata e ritorno.
Dall’esordio contro il Nottingham del 12 agosto, l’Arsenal ha collezionato dieci risultati utili consecutivi, perdendo la prima partita il 4 novembre contro il Newcastle, riprendendo poi la propria marcia e subendo un arresto a fine dicembre, quando tra Liverpool, West Ham e Fulham viene conquistato un solo punto. Ma le difficoltà di fine anno vengono subito scacciate: nel 2024, infatti, la squadra cresce in risultati e ritrova gioco, incassando una sola sconfitta, rivelatasi poi fatale, il 14 aprile in casa contro Aston Villa. Da quella gelida batosta in poi, sei vittorie consecutive con sedici reti siglate e cinque subite, tra cui quelle nei derby contro Chelsea e Spurs.

Cosa manca ai Gunners per vincere?
La sensazione è che manchi veramente poco per vincere, ma, considerando il passo del City, variabili e possibili sorprese, occorre una maggiore continuità, una stagione al limite della perfezione. Negli ultimi anni la società ha condotto un mercato oculato seguendo criteri ben precisi, evitando spese folli o inutili per giocatori poco consoni alla causa. La rosa è stata migliorata ma necessita di alcuni aggiustamenti. Per fare un esempio, l’Arsenal, in alcuni periodi, ha sofferto l’assenza di un vero numero nove. Arteta ha avuto l’intuizione di adattare Havertz come falso nueve, mossa che ha portato comunque i suoi frutti ma pur sempre figlia di determinate circostanze. Gabriel Jesus ha chiuso la propria annata con quattro reti e una serie di infortuni che ne hanno limitato l’impiego, mentre Nketiah è sparito dai radar. Tanti i nomi accostati, da Toney a Gyokeres, passando anche per il “nostro” Zirkzee, qualcosa sicuramente andrà fatta.
Arteta dovrà lavorare sulla continuità dei suoi ragazzi
Durante i momenti chiave della stagione, negli ultimi due anni, la squadra ha sempre commesso dei passi falsi. Una tendenza fatale per le sorti finali e che richiede di essere invertita. L’anno scorso aprile fu devastante: tre pareggi e una sconfitta compromisero il cammino. Quest’anno, sempre in un pomeriggio del medesimo mese, l’Arsenal perde in casa contro l’Aston Villa. Pesante k.o. ed ennesimo colpo di scena.
Episodi che, in un duello al millimetro, possono indirizzare la stagione in un verso o nell’altro. Dalle parti dell’Emirates, dopo la delusione odierna, veleggia tristezza, emozione negativa del tutto lecita e comprensibile ma contrastata, allo stesso tempo, da quella consapevolezza che i Gunners sono tornati ad essere competitivi e che per la vittoria della Premier League sia solo questione di tempo.
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Fonte foto: X Arsenal