Come in ogni sessione di calciomercato che si rispetti, ci sono squadre che fanno dei colpi straordinari e altisonanti e altre dirigenze che devono lavorare più nel sottobosco, in sordina. Capaci a immedesimarsi in degli agenti segreti per non farsi carpire i nomi dei diamanti grezzi che hanno trovato in giro per il mondo. Questa descrizione, per un occhio allenato e attento, potrebbe essere perfetta per i ruoli di mercato che si sono cuciti addosso Como ed Hellas Verona. Sono entrambi club che hanno come obiettivo dichiarato la salvezza, ma hanno preso decisioni di mercato completamente diverse.
I lariani hanno nel complesso puntato su operazioni a costo ridotto, ma che possono portare esperienza e mentalità vincente. L’idea dei lacustri è quella di aprire un ciclo e farlo spendendo intelligentemente i fondi che la ricchissima proprietà indonesiana mette a disposizione. L’obiettivo della famiglia Hartono, collocata da Forbes poco lontana dal 70° posto nella classifica degli uomini più ricchi al mondo, è quello di rendere il Como Football una meta turistica per tutti coloro che raggiungono il lago, anche in vacanza. Come per esempio ha fatto il Real Madrid con il Santiago Bernabeu. Per far sì che la gente vada allo stadio, bisogna partire dalle strutture, con un processo di ammodernamento già cominciato, e dal calcio proposto dalla squadra. Fabregas è stato scelto perché ritenuto in grado di creare spettacolo. La società ha deciso quindi di improntare tutti gli acquisti dei lariani verso un unico fine: rendere al meglio in campo le idee del proprio allenatore. Inoltre, per attirare sempre più pubblico servono le star, i veri campioni. E il Como ne ha messi parecchi sotto contratto. Ad affiancarli però, ci saranno tante giovani promesse, provenienti, nella maggior parte dei casi, da club blasonati. Tutto ciò ha fatto sì che le attenzioni dei media e dei tifosi di tutta Italia si spostassero sui lacustri, creando molto interesse e portando tanta visibilità al marchio. L’Hellas Verona, d’altro canto, è abituato a fare un mercato conservativo e senza grossi spauracchi. Prediligendo le uscite di giocatori che hanno fatto crescere nel tempo e facendo entrare “Carne fresca” da modellare e levigare al meglio. Basti vedere i dati che danno come le entrate, in termini monetari, siano il doppio delle uscite nelle spese per i calciatori. Numeri, ormai, che si vedono poco nel calciomercato moderno dove si punta a chi spende più soldi e non a chi li utilizza meglio. I conti, però, si fanno a fine stagione, per capire se il lavoro fatto sia stato buono o fallimentare. Il Verona si può comunque ritenere soddisfatto avendo iniziato in maniera buona la stagione, con una bellissima vittoria contro il Napoli e poi con una sconfitta contro la Juventus che farà sicuramente crescere i veneti.
Como, partire dalla solidità per costruire
La difesa e il centrocampo sono per distacco i reparti dove i lariani hanno dovuto investire di più. Prima ancora però, si parte dal portiere. Reina era una grande opportunità a zero, che la società comasca ha saputo sfruttare. Il portiere spagnolo è fondamentale sia nello spogliatoio, che nella piena comprensione dell’idea tattica di Fabregas da parte di tutta la squadra. A Como è arrivato anche Emil Audero, che, secondo i pronostici del precampionato, sarebbe arrivato per fare il titolare. Nelle prime due ha giocato Reina ma chissà che, quando tutti i nuovi arrivati si saranno ambientati, possa diventare lui il punto di riferimento tra i pali. In difesa Fabregas ha chiesto grandi investimenti, e li ha ottenuti. L’idea è quella di partire da due centrali che possano dare solidità, come Varane e Dossena, ma che allo stesso tempo possano fruttare qualche gol, nonostante la scarsa tenuta fisica del francese. A sinistra e a destra due grandi certezze del calcio spagnolo come Alberto Moreno e Sergi Roberto, che favoriranno sicuramente tanta spinta e tanta esperienza, oltre che una grande propensione per il gioco di Fabregas, molto moderno e propositivo. Nel Deadline Day, il Como si è assicurato altri due colpi importanti in difesa: Van der Brempt e Kempf. Il primo è un giocatore polivalente, in grado di giocare sia da terzino, che da centrale. Tanta possenza fisica che permette ai comaschi di aggiungere un giocatore con caratteristiche diverse rispetto alle alternative già presenti in rosa; il secondo è un centrale vecchio stile ex Bundesliga, potrà aggiungere tanta esperienza e garantire tanta sicurezza, con meno precisione nelle ripartenze. L’idea di atteggiamento difensivo si basa sul coraggio di tenere il baricentro molto alto e sulla compattezza e solidità del quartetto di difesa. L’obiettivo è quello di ripartire forte con precisione nei passaggi, partendo dai terzini e arrivando ai centrocampisti. In mediana largo ai giovani, con Perrone ed Engelhardt. Il primo arriva da una stagione nel complesso buona al Las Palmas, collezionando 30 presenze, e con la pressione di arrivare in prestito da un top club come il Manchester City; il secondo arriva dal Fortuna Dusseldorf dopo una grande stagione in Zweiten Bundesliga. Ad affiancarli in cabina di regia, c’è Daniele Baselli, mediano di grande esperienza, con però qualche acciacco di troppo: l’ex Toro è uscito dopo solo 21’ con la Juventus per un problema fisico. A completare il reparto, c’è Luca Mazzitelli, in prestito dal Frosinone dopo un’ottima annata in Serie A con i ciociari, e Matthias Braunoder, appena riscattato dall’Austria Vienna dopo una buona stagione in B l’anno scorso. Durante l’ultimo giorno di mercato, i lacustri si sono mossi molto in uscita, liberando spazio grazie ai prestiti di Ballet e Abildgaard.
Verona, retroguardia e mente del gioco
La squadra di Zanetti, nelle prime due uscite stagionali, ha fatto vedere come sia capace a difendersi e a ripartire grazie alle idee e alle tattiche che vengono sapientemente imbastite dal proprio centrocampo. Sul lato difensivo non era scontato, visto le partenze di Cabal e Ruegg. Importanti, però, le permanenze di Dawidowicz, Coppola e la riconferma di Tchatchoua con l’inserimento di Martin Frese, che permettono di giocare sia a 3 che a 4 rimanendo solidi e potendo cambiare faccia nei diversi momenti della partita. Mentre a centrocampo c’è stato meno ricambio, anzi si sono aggiunti dei giocatori con esperienza come Serdar e Harroui e sulla trtequarti Kastanos. In aggiunta ai già presenti Suslov, Duda e Lazovic capaci di dare brio alla manovra degli scaligeri.
Verona, gol e fantasia: la chiave per i tre punti
Giustamente i gol arrivano dagli attaccanti e i due nuovi innesti: Mosquera e Livramento – arrivati entrambi per meno di 1.5 milioni di euro – non se lo sono fatti dire due volte. I due sono stati capaci ad iscriversi immediatamente alla classifica marcatori della Serie A, con il primo che ha fatto addirittura una doppietta all’esordio al Bentegodi. Aggiungiamoci anche l’arrivo in prestito del danese Tengstedt e con poche risorse il Ds Sean Sogliano è stato capace a dare una nuova linfa ad un’attacco orfano di Tijjani Noslin, Thomas Henry, Federico Bonazzoli e Karol Swiderski. In poche parole, senza questi quattro giocatori, perdevi anche i 13 gol e 5 assist che ti avevano portato nella stagione precedente. Si può comunque guardare con fiducia al prossimo presente perché Zanetti sta lavorando bene con questi ragazzi e sarà capace a tirarci fuori qualcosa di buono e interessante.
Como, la strada per il gol
L’attacco è il reparto dove i lariani hanno investito meno, potendo già contare a inizio mercato su grandi opzioni. Oltre ai punti di riferimento della scorsa stagione, come Cutrone, Da Cunha e Strefezza, i lacustri hanno messo nel mirino anche un bomber esperto che possa arrivare senza particolari difficoltà in doppia cifra: Andrea Belotti. Il Gallo viene da due stagioni non facili tra Roma e Fiorentina, ma Como può essere la piazza giusta per rilanciarsi. Inoltre, i comaschi hanno deciso di scommettere su un giovanissimo Nico Paz, reduce da una buona prima stagione nel calcio dei grandi al Real Madrid. Paz può aggiungere quella qualità che può servire ad una squadra come il Como che, almeno per quest’anno, punta alla salvezza. Sulle fasce i lariani hanno allungato la rosa, assicurandosi tre giovani promesse: Kovacik dalla Slovenia, dopo 6 gol e 10 assist nella Nike Liga; Ali Jasim, giovane classe 2004, arrivato a zero dall’ Al Kahrbaa e soprannominato il Kvaratskhelia iraniano; e infine Alieu Fadera, ala gambiana classe 2001, proveniente da 3 gol e 3 assist nell’ultima stagione al Genk. In attacco i lacustri hanno puntato su giocatori di qualità, giocatori che possono puntare l’avversario uno contro uno e saltarlo. Questa capacità è fondamentale nel gioco veloce richiesto da Cesc Fabregas. Il Como ha come obiettivo dichiarato la salvezza, ma chissà che con questi colpi e con le idee di un giovane e promettente allenatore come lo spagnolo Fabregas, i lariani possano ambire a qualcosa di più.