Stamane il capitano del Sassuolo Domenico Berardi ha rilasciato un’intervista presso la Gazzetta dello Sport in cui racconta il perché sia rimasto così tanto tempo in Emilia Romagna e di quello che ha intenzione di fare da qui al prossimo futuro.
Queste sono state le parole, riportate dalla Gazzetta, del numero 10 dei nero verdi: ”Questa è la mia seconda famiglia e non è un modo di dire, non dimenticherò mai il rapporto con il dottor Squinzi e sua moglie, che mi hanno trattato come un figlio e mi hanno fatto crescere. Era amore reciproco”. Il giocatore fa riferimento al rapporto con la società di Reggio Emilia che ne ha curato la carriera sin dagli esordi. Lo scorso weekend, dopo sette mesi di stop per infortunio, e una retrocessione vissuta dall’esterno, Berardi è tornato in campo con la maglia di quel Sassuolo.
Largo al futuro, le idee per il prosieguo della carriera di Mimmo Berardi
Queste sono le parole dell’attaccante emiliano sul suo passato e sul suo futuro: ”Fino ai 26-27 anni non mi sentivo maturo, voglio giocare sempre e in quegli anni rifiutavo l’idea del turnover e della panchina. Forse era anche mancanza di fiducia nei miei mezzi, non credevo in me al 100%, ma non ho rimpianti.
Tre anni fa mi voleva l’Atalanta , ma dissi di no perché non ritenevo di essere adatto a quel tipo di gioco. Lo scorso anno volevo andare alla Juventus, ma i club non si sono accordati, ci rimasi male e litigai con la società perché era il momento giusto.
Se dopo questi mesi sarò al 100% e arriverà l’offerta giusta, andrò via. Altrimenti resterò qui fino a giugno. Valuteremo con la società come sempre. Champions League? Vorrei sentire la musica dal campo, è un’ambizione profonda che voglio soddisfare”.