Lazio, Sarri: “C’è un gap tra Lazio e Inter”

In conferenza stampa, Maurizio Sarri commenta la sconfitta incassata dalla sua Lazio contro l’Inter a San Siro. Il tecnico toscano ha parlato anche delle condizioni di Cataldi e della possibilità di mandare la squadra in ritiro.

È sembrata una Lazio in sofferenza, ma fino a 15′ dalla fine il risultato era favorevole. Recriminazioni verso l’arbitro?
“Le recriminazioni le dobbiamo fare nei nostri confronti, la squadra ha fatto una partita dignitosa per 60 minuti, l’inizio del secondo tempo è stato abbastanza sereno anche se avevo un po’ di timore. Però quando il vento della partita è cambiato abbiamo dato la sensazione dell’arrendevolezza e questo non mi piace. Eravamo diventati blandi mentalmente e fisicamente, siamo diventati poco lucidi in un momento in cui dovevamo pensare che il 2-1 era la miglior sconfitta possibile perché si rimaneva avanti negli scontri diretti. Non sono soddisfatto, ma quel finale lì soprattutto non mi è piaciuto”.

Come sta la Lazio mentalmente? In settimana si ricrea una situazione con tre partite in pochi giorni, come si gestisce?
“Non c’è più niente da gestire. Se a inizio anno ci avessero detto che saremmo arrivati così a sei partite dalla fine saremmo stati tutti soddisfatti. Ora ci dobbiamo pensare noi. L’approccio alla partita di oggi non è stato negativo, potevamo avere un palleggio più qualitativo e pericoloso, però non è stato un approccio disarmante, a San Siro di solito si balla in maniera seria nel primo quarto d’ora”.

Esclude che qualcuno abbia pensato di aver già raggiunto l’obiettivo?
“Escluderlo del tutto no. Viviamo in un ambiente difficile per essere estremamente lucidi, i media romani tendono a estremizzare in un senso o nell’altro: o è tutta merda o è tutto facile. Però siamo noi che non dobbiamo cadere in queste storie, la realtà è quella che ho detto prima: non era facile prima, non è impossibile ora. Noi se si va in Champions si fa un miracolo, resto dell’idea: leggete le sostituzioni degli avversari di oggi”.

Alla fine le partite si vincono coi cambi. Inzaghi inserisce Lautaro e Gosens e sono loro che decidono i cambi.
“Le partite si vincono in molte maniere, oggi abbiamo visto che c’è un gap da coprire, in parte lo si può coprire e in parte lo deve coprire la società”.

Come sta Cataldi?
“Ha preso un colpo sul polpaccio, ma si vedrà soltanto fra 48 ore”.

Ha rivisto un po’ di brillantezza?
“Non completamente, però rispetto alla gara col Torino stavamo nettamente meglio, ci sono qualità fisiche in cui l’allenamento non conta. Se io di natura ho un’accelerazione di 5 km/h più di te, quando si parte arrivo prima io sulla palla. Ma quella è una qualità innata e non la migliori, dovresti fare una trasformazione delle masse muscolari che richiedono mesi di lavoro. Non è una qualità alienabile, nel calcio ma anche in tanti altri sport. Nelle cose che si possono allenare, noi siamo la squadra che corre di più e a maggior velocità. Poi vai a vedere i picchi di velocità e tante li hanno più alti di noi”.

Come giudica le prove dei due esterni e di Milinkovic?
“La linea difensiva è stata esposta a troppi eventi, se succede questo Marusic e Hysaj devono fare una partita di grande dispendio di energie e di letture. Possono anche andare in difficoltà, ma non mi sono sembrati in grandissima difficoltà loro sinceramente”.

Adesso ha il dovere di trovare la giusta concentrazione. Andreste in ritiro?
“Perché, ti sembro di fuori? Come diceva Fantozzi, per me il ritiro è una cagata pazzesca. Se poi i ragazzi ci vogliono andare è giusto andarci, poi giocando ogni due-tre giorni ci andiamo lo stesso di fatto. Ma se bastava andare in ritiro, il Perugia faceva la Champions per 15 anni di seguito”.

Fonte immagine: Gianluca Di Marzio

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