Rafael Leão, il “faro” di Almada
Il miglior giocatore del mese di aprile “secondo noi”, come si suol dire quando si osa esprimere giudizi apparentemente scomodi, è qualcuno che ci era mancato terribilmente sia come piacevole presenza in un campo da gioco che in fase realizzativa, sia per le sue galoppate nervose che per la naturalezza che ispira nel fondamentale del dribbling.
È un ragazzo che sembrava essersi spento, ma che poi ha ritrovato la luce così come il faro di un porto che dá l’illusione di abbandonarti, ma un attimo dopo continua imperterrito ad illuminare le notti, quelle più complicate, agitate, burrascose ispirando “sicurezza”, soltanto per il fatto di “esserci” sempre, soltanto perché, in qualche modo, si puó contare in qualsiasi momento su di lui.
Alcuni l’avranno giá capito, altri forse no…quel “faro” è nato ad Almada, ma risiede stabilmente a Milano ormai da un pezzo e porta il nome di Rafael Alexandre de Conceiçao Leão.
Fra quelli che non avevano ancora compreso, ci sarà una buona fetta di “quelli che si staranno chiedendo il perché” di questa scelta, ma noi cercheremo di rendicontarla subito.
Un mese decisivo
Ecco, nel mese di aprile, Rafael Leao ha preso parte a 364 minuti di gioco su 540 disponibili. Dunque, non proprio un mese dilaniante, per il principe rossonero, dal punto di vista delle energie che è stato chiamato a spendere dal suo allenatore.
L’aspetto impressionante risiede peró nel fatto che Leao ha riempito questi minuti con ben 4 gol e 2 assist. Alcuni di voi diranno “sì, ma mal distribuiti”, altri “sì, ma non incisivi”, non tenendo conto che il mese di aprile per il suo Milan è stato “frustrante” a livello emotivo e poco distante da questo sentimento, anche a livello di importanza dei risultati che si DOVEVANO portare a casa obbligatoriamente, per rimanere a galla.
Rafa Leao non gonfiava la rete, non esplodeva di gioia, non si sentiva totalmente appagato in quanto attaccante e via discorrendo con tutte le sensazioni che fornisce una rete segnata, dal lontano 14 gennaio. Al portoghese peró, nell’ultimo periodo oltre che i gol segnati stavano mancando quelle prestazioni “totali” a cui ci aveva abituato, nelle quali si aveva l’impressione che il gioco del Milan “perdesse” di brillantezza molto facilmente se puntualmente non passasse dal suo esterno offensivo. Come ogni fuoriclasse che si rispetti peró, nel momento di estrema necessità, unita al periodo di “difficoltà tra i confini” della sua squadra, lui ha saputo rispondere presente ed è pian piano tornato a dominare quella sponda sinistra del terreno di gioco, assieme al suo compagno di scorribande offensive, Theo Hernandez.
Il futuro passava da Napoli
Ricordiamo che il Milan ed il suo gioiello, in questo mese, hanno sfidato per ben 3 volte la squadra che sta dominando la nostra Lega maggiore (il Napoli di Spalletti) e francamente, di quei tre match, riusciamo a tenere ben chiaro in mente solo quel suo scavetto a Meret dal limite dell’area e qulle due sgroppate folgoranti terminate rispettivamente con un sinistro lì “dove la nonna nasconde i vasetti di marmellata” (per citare un noto telecronista) e con un dolce assist a centro-area per Giroud , dopo aver abbattuto qualsiasi figura celeste si trovasse dinnanzi a lui. Straripante.
Il faro sembrava essersi spento definitivamente in quel dannato 14 gennaio, con quell’ultima rete al “Via del mare” così come è sembrato essere definitivamente tornato a brillare di luce viva ancora contro i salentini a distanza di tr(oppi)e mesi.
Da Gennaio ad Aprile. Un inverno non pienamente vissuto per aspettare una primavera che potesse portare linfa nuova, che non è tardata ad arrivare. Quelle quattro reti sopra citate (siglate nello scorso mese) collocano il principe all’interno della sua miglior stagione realizzativa (ben 12 gol e 6 assist) e gli assegnano la carica non elettiva di “comandante straordinario”.
Quest’ultimo, nel mese a venire, si curerá dell’ardimentosa impresa di agguantare una fra le prime 4 posizioni nel nostro campionato e di riportare una coppa, quella coppa a Casa Milan dopo innumerevoli anni. Impresa molto vicina all’impossibile, non se nella tua squadra puoi vantare uno come Rafael Leao: tempesta perfetta.