Mehdi Benatia, direttore sportivo del Marsiglia, ha rilasciato un’intervista al Corriere dello Sport in cui ha svelato anche i dettagli sul trasferimento di Luis Henrique all’Inter.
È davvero così impegnativo lavorare con De Zerbi?
“È bello e stimolante, vive di calcio come me. Ha una passione debordante, dovreste vedere come prepara le partite. C’è qualcosa di Guardiola ma, credetemi, è un allenatore unico. Lui respira calcio e respira vita. In questo ordine”.
Nello scontro diretto avete battuto il Psg: puntate al campionato?
“Parliamo di una squadra che ha speso un miliardo di euro, ve ne rendete conto? Noi dobbiamo lavorare tanto, e tanto ancora, per farci trovare pronti qualora facessero un passo falso. Ecco: se dovesse capitare sarà l’OM a vincere, questa la missione”.
Da dirigente è diventato più diplomatico. Ma se un suo giocatore facesse delle interviste tipo le sue di qualche anno fa? Lei non le mandava a dire a nessuno, da Allegri a Sabatini…
Ride, ndr. “Cercherei di capire i motivi. Ma sono certo che non ci sia un giocatore, oggi e in futuro, disposto ad accusarmi di averlo tradito come sono stato tradito io. Vi faccio un esempio”.
Prego.
“Lo scorso marzo chiamai Luis Henrique e gli dissi che avrei dovuto cederlo. Sapevo che c’era l’Inter e pure una certa cifra da incassare. Andai al campo, lo presi da parte dopo l’allenamento e gli spiegai tutto: “Ti dovrò cedere, ti vogliono, ma tu mi devi portare in Champions. Più giocherai bene, meglio sarà per il Marsiglia e anche per te”. Era impossibile interpretare le mie parole diversamente”.
Al-Khelaïfi rappresenta il famoso potere di cui ha parlato De Zerbi?
“C’è, perché negarlo? Non possiamo controllarlo, ma possiamo controllare noi stessi. E allora se per vincere una partita dobbiamo lavorare 1, per qualcosa in più dobbiamo lavorare 10”.
La Ligue 1 ha superato la A?
“Dell’Italia mi preoccupa l’assenza di talento. Penso alla Nazionale: io, da capitano del Marocco, vedevo l’Italia come qualcosa di irraggiungibile. Checco (Totti, ndr), Pirlo, Del Piero, Nesta e Maldini, ma anche gente come Vieri, Cassano, Montella: dove sono ora? La Francia ha almeno quattro squadre nazionali superiori all’Italia”.
È vero che voleva Koné?
“Sì. Quando stava al Borussia. I parametri economici erano alti per noi la scorsa estate ed è stata brava la Roma. Manu è veramente un gran bel giocatore”.