Bodø/Glimt, l’AD avvisa la Juventus: “Il clima e il campo sono fattori fondamentali, la Roma ha avuto difficoltà”

In una splendida intervista realizzata da calcioefinanza, l’amministratore delegato del Bodø/Glimt Thomasson ha svelato i segreti calcistici della piccola cittadina norvegese.

La Juventus si appresta ad affrontare il Bodø/Glimt, una compagine la quale ha avuto un’evoluzione e una crescita esponenziale negli ultimi anni. Grazie al settore giovanile di grande levatura, il Bodø/Glimt ha costruito le fondamenta anche sul progresso della nazionale norvegese. Incastonata nei fiordi a nord del Circolo Polare Artico, la città di Bodø offre un livello calcistico di alto livello. Partendo da una città di 55mila abitanti nel nord della Norvegia, la squadra allenata da Kjetil Knutsen è riuscita nelle ultime stagioni a passare dalla seconda divisione (nel 2017) a essere una big del calcio scandinavo, tanto che ha vinto quattro degli ultimi cinque titoli norvegesi. Tutto ciò ponendo al centro i valori, ma anche le idee calcistiche e un sovvertimento di paradigma in termini della gestone aziendale spinto dai premi UEFA conseguiti.

Bodø/Glimt, le parole di Thomasson

Cosa significa giocare a nord del Circolo Polare Artico? Quali sono i vantaggi e quali gli svantaggi?

Ovviamente il clima è un fattore importante: in estate abbiamo il sole per 24 ore e in inverno se non è completamente buio lo è quasi. Il tutto con abbondanti nevicate, anche se Bodø ha un clima costiero, quindi non nevica tanto quanto nelle aree più interne. In questo quadro noi ci alleniamo e giochiamo sullo stesso campo, un campo in erba artificiale nel nostro stadio, che è infrastruttura abbastanza vecchia—una delle tribune è stata costruita nel 1966—ed è una struttura aperta nel senso che non è un ovale continuo e il vento può entrare lateralmente. Questo significa che alla fine dell’autunno e in inverno, le condizioni meteorologiche possono essere difficili. Quando la Roma per esempio è venuta a giocare qui per la prima volta (nell’ottobre 2021 in Conference League la partita terminò 6-1 per i norvegesi, ndr) era tardo autunno, e per loro il clima probabilmente era diverso da tutto quanto avevano mai sperimentato prima”.

Immagino vi siano anche difficoltà logistiche?

“Sì. Le città più grandi e più vicine, sia a nord che a sud, sono lontane 10 ore di auto. Per arrivare a Oslo, invece, servono 17 ore di macchina. Tuttavia, l’Aeroporto di Bodø è a soli 300 metri dallo stadio—quindi, in un certo senso, quando atterri, sei già arrivato all’arena. A causa di queste condizioni, reclutare giocatori e allenatori è stato storicamente difficile. Il clima e le distanze rendevano il club meno attraente. Ma negli ultimi cinque/sei anni, grazie al nostro successo sportivo, il Bodø Glimt (Glimt significa bagliore in norvegese, ndr) è diventato una destinazione desiderabile per molti giocatori. Abbiamo avuto lo stesso allenatore principale per otto anni, garantendo continuità sia nella squadra che nello staff tecnico”.

Per lei è mai stato un problema lavorare al Bodø?

No, personalmente, sono con il club da otto anni. Sono nato a Bodø, ma ho trascorso 17 anni a Oslo lavorando per il Ministero del Turismo prima di tornare nel 2003. Ho anche lavorato come direttore di facoltà universitaria e come allenatore nella nostra accademia. Ho giocato a calcio nei primi anni ’90, quando in Norvegia era ancora un livello amatoriale. Giocavo nella massima divisione (con la maglia del Lyn Fotball di Oslo), ma all’epoca non c’erano soldi nel calcio, quindi era un’epoca completamente diversa”.

Avete vinto quattro dei cinque ultimi campionati norvegesi: cosa è cambiato?

Sia nel business che nel calcio, la cosa più importante sono le persone, i loro valori, la loro cultura e come questi lavorano insieme. La fame di successo è fondamentale: al Bodø/Glimt, il successo dipende dal reclutare le persone giuste, quelle che hanno la spinta a migliorare ogni giorno. Non si tratta solo di calcio; si applica a ogni dipartimento, dall’amministrazione al marketing. Ogni singola parte del club è concentrata nel migliorarsi. Nel canottaggio britannico, c’è un mantra quando si prende una decisione: “Ci farà andare più veloci?”. Noi applichiamo lo stesso principio al Bodø/Glimt. Quando veniamo al lavoro, ci chiediamo: “Questo farà migliorare il club”Ogni giorno, ci proponiamo di essere leggermente migliori rispetto al giorno precedente. Si tratta di miglioramento continuo e di sinergia tra le persone”.

In Italia esiste un enorme problema su nuovi stadi e sulle infrastrutture. Qual è la situazione in Norvegia e a Bodø in particolare?

Non crediate che costruire un nuovo stadio in Norvegia sia semplice. Stiamo lavorando duramente per costruirne uno, ma per ora la Lazio giocherà in uno stadio vecchio, di cui non possiamo essere orgogliosi. Certo, in questo impianto abbiamo disputato numerose partite incredibili ma l’infrastruttura è obsoleta”.

 

 

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