Esordio stagionale al Dall’Ara per il Bologna in Europa League: le parole di Vincenzo Italiano alla vigilia della sfida contro il Friburgo.
Dopo la sconfitta a Birmingham all’esordio in questa Europa League con l’Aston Villa, il Bologna di Vincenzo Italiano si prepara alla sfida del Dall’Ara contro i tedeschi del Friburgo, reduci dalla vittoria contro il Basilea. Le parole del tecnico rossoblù, accompagnato dall’attaccante Santiago Castro.
Bologna, le parole di Italiano alla vigilia del match contro il Friburgo
Ci spiega cosa rappresenta la gara con il Friburgo?
“Abbiamo analizzato la prima partita giocata con il Basilea e abbiamo lavorato su quella che può essere la partita che può darci più indicazioni. È una squadra molto temibile in casa, non so come si approccerà fuori, ma ha giocatori di ottima caratura tecnica ed è una formazione organizzata. Il nostro girone è tosto e dobbiamo cercare di alzare il livello per avere la meglio contro avversarie di valore”.
Come trova il Bologna allo stato attuale?
“Dobbiamo crescere e migliorare sotto tutti i punti di vista. Capisco che ci siano grandi aspettative nei nostri confronti ma dobbiamo cercare di essere più qualitativi. Abbiamo alzato la qualità del palleggio e il numero delle conclusioni ma concediamo ancora troppo dietro. Tra qualche mese cresceremo di intesa e condizione e sicuramente miglioreremo le prestazioni“.
Non pensa che la partenza di Beukema sia stata un po’ sottovalutata dalla dirigenza?
“Penso che togliere due giocatori importanti (Ndoye e Beukema, ndr) da uno scacchiere organizzato come il nostro in cui la squadra aveva trovato quell’alchimia e quell’equilibrio che ci ha permesso di arrivare in fondo non sia cosa da poco. Non dimentichiamoci che all’inizio sia Sam che Dan hanno avuto delle situazioni in cui dovevano entrare in sintonia con il gruppo e la squadra è sbocciata successivamente. Quest’anno siamo sulla stessa lunghezza d’onda e sono convinto che la base ce l’abbiamo.
Con un poi di tempo, pazienza, fiducia ed entusiasmo sono certo che anche i nuovi arriveranno. Ne ho parlato di questo con i ragazzi: siamo chiamati tutti a dare di più. Per me è uno stimolo cercare di inserire i nuovi acquisti: vedo molte similitudini con la passata stagione“.
Cosa manca a Rowe?
“Non so cosa vi aspettavate. A me il suo primo tempo a Lecce è piaciuto: esordiva dal primo minuto in una trasferta difficile. Ci vuole tempo per ambientarsi ed io non mi aspettavo nulla di più da quello che ho visto. Tutto e subito non si può avere. Per me tra qualche settimana farà gol, perderà qualche pallone in meno, ridurrà gli errori e alzerà la qualità. Serve solo pazienza ma sono certo che arriverà“.
Qual è secondo le la prima cosa in ordine cronologico che si può aggiustare per portare punti in Europa?
“Avendo pochissime sedute di allenamento che non ci permettono di lavorare sui dettagli, dobbiamo andare a richiamare quelle situazioni su cui non siamo al 100% come le palle inattive e la fase difensiva negli ultimi 20 metri. Una pillola di questo e una pillola di quello ogni tanto, dovremmo riuscire a sistemarci. Stiamo lavorando sulle chiusure preventive e sui duelli individuali. In poche partite dobbiamo sistemarci, ma già siamo cresciuti sul possesso e sul numero delle conclusioni in porta”.
Vi sta mancando più gamba o più testa in questo momento?
“Quando sono arrivato lo scorso anno sono andati via 5 titolatissimi. È normale che ci fossero difficoltà nell’applicare quello che chiede l’allenatore. Siamo passati attraverso gli errori rimanendo a testa bassa e pedalando passando per molti pareggi e per la brutta sconfitta di Napoli. Quest’anno la situazione è analoga: sono andati via due giocatori importanti, ma sono certo che piano piano arriveremo a livello dello scorso anno. Heggem e Vitik cresceranno, il mancino di Bernardeschi farà la differenza, l’uno contro uno di Rowe sulla fascia ci darà soddisfazioni, Ciro si riprenderà e ci darà una mano in termini di gol”.
Le giocate che aveva Ndoye lo scorso anno le vede più in Rowe e Cambiaghi o in Dominguez?
“Ogni fine allenamento Dan arrivava con le sagome in mano e iniziava a perfezionare il suo tiro in porta rischiando anche di infortunarsi. L’applicazione c’è da parte di tutti, ma serve la fame di arrivare. Vlahovic aveva la stessa fame di Dan e ad ogni fine allenamento si fermava a calciare in porta. Dan aveva fatto questo passaggio mentale ed è riuscito a diventare il giocatore che si è dimostrato lo scorso anno. Serve mettere nel bagaglio qualcosina in più oltre al normale compito di applicazione: i nostri esterni devono essere attaccanti aggiunti“.