Brasile, si scivola sempre più in basso: chi va in panchina?

Il Brasile perde ancora. Questa volta cade in casa, contro i nemici di sempre dell’Argentina. La situazione qualificazioni mondiali è appesa ad un filo molto sottile e Fernando Diniz non sta portando i risultati sperati da traghettatore. Ma è proprio l’aria che si respira attorno alla squadra che è tossica: una squadra sulla carta inarrestabile, spogliata della voglia di giocare a calcio. E Carlo Ancelotti (promesso nuovo ct dei verdeoro) non farebbe tutti felici come si poteva pensae qualche tempo fa.

Brasile-Argentina, la spunta l’albiceleste

Nel suggestivo scenario del Maracanà, i campioni del mondo dell’Argentina hanno infranto un tabù, infliggendo al Brasile la sua prima sconfitta casalinga nella storia delle qualificazioni ai Mondiali. Il fischio d’inizio è stato preceduto da una mezz’ora di ritardo a causa di incidenti sugli spalti, ma ciò non ha frenato la determinazione dell’Albiceleste.

Nonostante la mancanza di una performance scintillante da parte dell’otto volte Pallone d’oro Lionel Messi, è stato Nicolas Otamendi a emergere come eroe, siglando il gol decisivo al 63′.

Questa trionfale vittoria nel mitico tempio del calcio brasiliano a Rio de Janeiro ha consentito all’Argentina di mantenere la leadership nelle qualificazioni sudamericane per i Mondiali del 2026, riprendendosi dopo la sconfitta per 2-0 contro l’Uruguay giovedì scorso, la prima dopo il trionfo mondiale in Qatar.

Nel frattempo, il Brasile affonda nella crisi, subendo la terza sconfitta consecutiva dopo i rovesci contro la Colombia e l’Uruguay. Gli uomini del ct Fernando Diniz precipitano al sesto posto, l’ultimo gradino utile per la qualificazione diretta ai Mondiali. La Seleção, una volta inarrestabile, ora si trova a fronteggiare una sfida imponente nel tentativo di risollevarsi.

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Lula e Romario contro gli allenatori stranieri

Il Presidente del Brasile si era già espresso in merito qualche tempo fa. Lula aveva consigliato ad Ancelotti di prendere in considerazione l’opportunità di allenare la Nazionale italiana anziché quella brasiliana. “Che legame ha lui con il Brasile?” si era domandato. Tuttavia, Lula non è l’unico a esprimere dubbi sulla scelta del Presidente federale Ednaldo Rodrigues di “prenotare” Ancelotti dall’estate del 2024 in poi.

Anche Romario, figura di spicco nel calcio brasiliano e vincitore di prestigiosi titoli con la Seleção, ha aggiunto la sua voce a coloro che criticano questa decisione. Romario, due volte campione della Copa America, vincitore di una Confederations Cup, medaglia d’argento olimpica nel 1988 e, soprattutto, campione del mondo nel 1994, è categorico nel sostenere che nessun allenatore straniero dovrebbe guidare la Nazionale brasiliana. Secondo l’ex attaccante del Barcellona, se c’è un tecnico come Fernando Diniz, che Romario ritiene al top, dovrebbe rimanere in carica fino alla fine.

Le dichiarazioni di Romario sono state fortemente esplicite e poco moderate, evidenziando la sua chiara posizione in merito. Anche Rafinha, ex giocatore di Ancelotti al Bayern Monaco, si è schierato al 100% contro l’idea di considerare Ancelotti come prossimo allenatore della Nazionale brasiliana.

Con tutti questi pareri negativi, sorge la domanda se la nomina di Ancelotti potrebbe saltare. La decisione finale sembra ora nelle mani di Ednaldo Rodrigues, il quale dovrà gestire attentamente la situazione e valutare se Ancelotti è davvero la scelta giusta per guidare la Seleção. Nel frattempo, resta da vedere se Ancelotti deciderà di rimanere al Real Madrid, lasciando così più tempo a Xabi Alonso, già considerato il possibile successore dalla prossima stagione, per crescere “tranquillo” a Leverkusen. O magari il nostro De Zerbi, con cui i blancos hanno allacciato dei rapporti negli ultimi giorni.

Perchè non Diniz?

Fernando Diniz è un ottimo allenatore. Chi fa vincere la prima storica Coppa Liberadores al Fluminense non può non esserlo. Con il suo modo spregiudicato di giocare, votato totalmente all’attacco, le sue squadre sono da sempre una mina vagante. I suoi giocatori hanno la tendenza ad attaccare in modo continuo per vie centrali, sovraccaricando il centrocampo avversario. Diniz non esita a permettere alla sua squadra di adottare un modulo 3-1-6 in fase di possesso quando necessario. Tale formazione rappresenta un ritorno al passato e, in larga misura, è una testimonianza di come il manager concepisca il gioco. È uno stile che intrattiene, ma non sempre porta a grandi risultati. Il trofeo di Diniz è molto limitato, con solo un campionato Carioca al suo attivo prima della Coppa, ma ciò rende il suo impegno ancora più notevole.

Eppure l’esperimento sembra non stia portando i frutti che doveva dare. Partita dopo partita, è sempre più visibile che al Brasile non serva solamente una guida tecnica, ma anche qualcuno che riesca a risollevare moralmente la squadra. Perchè sembra questo il problema principale: una squadra spenta, fatta di atleti che non riescono ad entrare in partita.

E a risollevare queste situazioni, il nostro Carletto è un maestro da sempre. Nel mentre, tanti quotidiani sportivi (uno tra tutti, Sport) stamane titolano che il tecnico italiano possa aver già firmato con la squadra pentacampione del mondo. Se arrivassero le conferme, il Brasile avrà solo bisogno di resistere fino a fine anno per avere in panchina uno dei migliori tecnici mai nati al mondo. Per chi non fosse d’accordo, date uno sguardo al suo palmares.

 

 

 

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Fonte Foto: Real Madrid X

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