Tanti gli allenatori ancora alla ricerca del giusto progetto per ripartire. In lista anche tanti italiani: il toto-nomi completo.
Finisce il calciomercato, dopo tre mesi estenuanti. Adesso, però, si inizierà a parlare di toto-panchine. Il mestiere dell’allenatore, si sa, ha risvolti pericolanti: non vi è certezza su durata del rapporto e fiducia di cui esso nutre. I risultati fanno tanto, ma non tutto. E il recente esonero-lampo di Erik ten Hag dal Bayer Leverkusen ne è una conferma: ogni tecnico vive sulla graticola. Lo strappo è dietro l’angolo: chiedere per informazioni, in caso possa servire, alla lista di manager che segue. Ancora senza panchina, nonostante la stagione sia già iniziata.
Niente panchina? Gli allenatori in cerca
José Mourinho
Inutile girarci intorno: lo Special One resta, nonostante tutto, il più appetibile su piazza. Tra gli svincolati di punta c’è sempre lui, con il suo carisma e con il suo fascino. Che restano, e che colpiscono ancora. L’idea di gioco compassata e tanti comportamenti stagnanti ne hanno minato la credibilità e, a conti fatti, motivano i recenti esoneri incassati. L’ultimo, in ordine di tempo, dal Fenerbahce, con cui ha conquistato un secondo posto in SuperLig nella passata stagione. Poi, l’eliminazione dalla Champions League e la frattura definitiva. Resta solo da capire: dove (e come) ripartirà il portoghese? Da un campionato extra-europeo come auspicava tempo fa?

Zinedine Zidane
Il grande classico. Zizou, come ben sappiamo, è senza panchina da quattro anni e non sembra ancora intenzionato a ripartire. Eppure, i presupposti per arricchirsi di ulteriori soddisfazioni c’erano tutti. Perché Zidane ha mostrato carattere e pragmatismo da tecnico vincente, nomea che ha imparato a fare propria sulla panchina del Real Madrid. I suoi Blancos rientrano di diritto nella categoria degli invincibili: 11 trofei, campioni nel top della forma, notti di Coppa magiche. Meno abbacinante, il secondo mandato, pur contornato da un campionato e una Supercoppa nazionale. Poi, lo stop. Con sguardo vigile sulla Nazionale Francese? Chissà…

Luciano Spalletti
A proposito di nazionali. Luciano Spalletti viene proprio da un mandato alla guida della nostra Italia, iniziato con il migliore dei propositi e concluso con la peggiore delle disfatte. Il 3-0 incassato dalla Norvegia nella gara di qualificazione ai prossimi mondiali ha segnato la fine di un rapporto controverso, mai davvero sbocciato. Il tecnico che tanto aveva fatto bene alla guida di squadre di club si è perso nel deserto tecnico ed emotivo degli azzurri, faticando sin da Euro2024 ad imporre idee e regole. Poche e confuse, oppure troppe e non seguite. Una cosa è certa, i dubbi sono tanti. Spalletti, adesso, cercherà fortuna altrove…evitando sicuramente l’etichetta di selezionatore. Non gli appartiene.

Roberto Mancini
Altro giro, altro ex CT. Questa volta, vincente. Non ci sono dubbi: Roberto Mancini, alla guida della Nazionale, ci ha regalato un buonissimo assaggio di grandezza. Per palati fini del gioco, non c’è dubbio. Forse fin troppo raffinati. Perché da tempo mal abituati a vincere, di conseguenza inesperti nel gestirne le conseguenze. Detto, fatto: calo di stimoli, caduta contro la Macedonia, mancato mondiale, ridimensionamento tecnico e un addio velenoso. Tutti aspetti che hanno segnato un brusco stop anche nella carriera da allenatore del Mancio, ancora a secco dopo la tragicomica avventura sulla panchina dell’Arabia Saudita. Tappa alla ricerca di un sequel più soddisfacente.

Ange Postecoglou
Quando parliamo di allenatori sempre sulla graticola, non lo diciamo per caso. E’ davvero così. E Ange Postecoglou può testimoniare. Perché mai il tecnico australiano avrebbe potuto immaginare di perdere la panchina del Tottenham, dopo averlo riportato a vincere un trofeo dopo 17 anni di attesa estenuante. Ebbene, si è palesato proprio l’altro lato della medaglia: gli Spurs lo esonerano proprio sul più bello. Non è bastata la conquista dell’Europa League per salvare due stagioni di Premier League concluse, rispettivamente, al quinto e al diciassettesimo posto. Soprattutto il secondo piazzamento fa rabbrividire, ma andrebbe contestualizzato: il club ha avuto tanti infortuni. Eppure, ha sempre avuto numeri offensivi elevati, seppur privi di controbilancio difensivo: comunque segno di propositività. La stessa prerogativa che Big Ange porterà anche nella prossima tappa: Fenerbahce o Leverkusen, lo dirà il tempo.

Rafael Benitez
C’è ancora spazio per Rafa Benitez nel mondo del calcio? Mai dire mai. Nonostante il tecnico spagnolo sia fermo da più di una stagione: l’ultima tappa al Celta Vigo si è conclusa con un esonero amaro, dopo aver racimolato sole 5 vittorie in 28 partite. Poco per un allenatore che, in carriera, è sempre stato abituato ad insidiare i grandi: parlano da sole le vittorie conquistate con Valencia e Liverpool. Esperienze sicuramente più remunerative di quelle passate a Milano, sponda Inter, e Madrid, sponda Real. Ma la caratura di Benitez, incisivo anche al Napoli, al Chelsea e al Newcastle, non si può certamente discutere.

Sergio Conceicao
Allenare il Milan non è cosa semplice. Eppure, Conceicao può quantomeno dire di averci provato. Nella polveriera che era il Diavolo dello scorso anno, il tecnico portoghese ha cercato di riportare disciplina, ancor prima che risultati. A conti fatti, entrambe le missioni non sono andate a buon fine: eccetto la vittoria della Supercoppa contro l’Inter, i rossoneri hanno raccolto tante batoste. Ottavo posto in campionato, finale di Coppa Italia persa contro il Bologna, innumerevoli frizioni interne. Uguale, separazione. Che non mina le doti da leader pragmatico di Sergio, vincente al Porto e motivato per farlo ancora. Con il Fenerbahce? Possibile: è tra i candidati per succedere a Mourinho.

Thiago Motta
Da tecnico in rampa di lancio a disoccupato in cerca di dimora, il passo è breve. Anche troppo. Fino all’estate scorsa, Thiago Motta era sulla bocca e sui taccuini di tutti. Oggi, incassato l’esonero dalla Juventus, è senza panchina e non nutre più della stima acquisita allenando il Bologna. Avventura che gli ha dato ampi consensi, per gioco, carattere e risultati, storici: qualificazione in Champions inclusa. Il salto bianconero è stato invece grande e insostenibile: nonostante una corposa rivoluzione, l’ex centrocampista non ha saputo imporsi, venendo presto scaricato. Insieme a quel progetto incompiuto. E adesso? Secondo TuttoSport, il Bayer Leverkusen avrebbe pensato a lui per rimpiazzare ten Hag. Occasione ghiotta, ma da prendere con le pinze: in primis, evitando derive ideologiche ed emotive, ma adattandosi al contesto. Così si denota la maturità di un allenatore.

Edin Terzic
Da sempre intrigante, ma poco cercato. La figura di Edin Terzic scatena ancora un certo fascino; eppure, i club sulle sue tracce non si contano, quantomeno per il momento. I grandi risultati raggiunti alla guida del Borussia Dortmund hanno sicuramente contribuito a restituire di lui un’immagine credibile. Quanti sono però disposti ad aspettarlo come hanno fatto i gialloneri? Domanda da porsi.

Xavi
Per concludere, è impossibile non menzionare il tecnico ex Barcellona. Dal vederlo sbracciare nell’area tecnica blaugrana al silenzio su obiettivi e ambizioni. L’ex metronomo è ancora senza orchestra. Nonostante i risultati raccolto nel pre-Flick gli diano ragione: forte ritorno ai vertici, giovani lanciati, un campionato e una supercoppa. Può bastare come biglietto da visita?
