La mancata qualificazione al mondiale in Qatar
La nazionale con Spalletti potrebbe davvero far itornare il sorriso e l’allegria al popolo italiano, ma facciamo qualche passo indietro.
La nazionale italiana post-vittoria dell’Europeo sembrava essersi adagiata sugli allori.
Serviva un evento negativo probabilmente per divampare le evidenti lacune degli azzurri.
Roberto Mancini stava alimentando un ambiente sempre più divisivo e confusionario.
La mancata qualificazione ai mondiali in Qatar è stata solamente la punta dell’iceberg.
Cambiamento, ciò che la nazionale non ha subito
Ciò che è mancato agli Azzurri è proprio il cambiamento, qualcosa che sembra quasi spaventare il calcio italiano.
La paura di sbagliare, affidarsi alla stessa rosa senza rinnovarla e aggiornarla è il più grande errore che ha fatto la nazionale in questo ultimo anno.
Bisogna anche spezzare qualche lancia a favore verso Roberto Mancini che ha provato in qualche modo a risollevare gli animi inserendo giocatori freschi, giovani e spensierati come Gnonto e Pafundi.
Un nuovo ciclo con Luciano Spalletti
Ma adesso si è aperto un nuovo ciclo, una nuova pagina tutta da scrivere per il calcio italiano il quale ha vissuto il decennio più tetro della sua storia, sfolgorata per un attimo dalla conquista degli europei.
Luciano Spalletti pare essere la figura ideale per riportare in auge la nazionale italiana.
Allenatore esperto che ha cavalcato un processo di modernizzazione vincendo lo scudetto con i partenopei.
Luciano è un plasmatore, ha trasformato il Napoli rendendolo quasi una macchina perfetta, ha valorizzato tutti gli interpreti raggiungendo poi la gloria.
E così Spalletti può fare anche con la nazionale italiana, fondare le basi su un calcio moderno, divertente e funzionale.
Agli azzurri serve l’acquisizione di sicurezza e consapevolezza nei propri mezzi e Luciano è in grado di tirare fuori qualità nascoste dal singolo migliorando così anche il collettivo.
Le possibili mosse di Spalletti
Quasi sicuramente il tecnico toscano deciderà inizialmente di scorgere le possibili certezze lavorando su ognuno di essi per poi inserire altrettanti giovani pronti a rendere sin da subito.
Ma lavorare sui talenti non è compito di Spalletti, bensì delle compagini di ogni categoria italiana.
A mio modo di vedere emulare il gioco del Napoli è molto difficile anche perché Spalletti dovrà trovare il modo di valorizzare ogni calciatore.
Ci sono squadre che adottano il 3-5-2 come la Juventus e l’Inter, ma un altro modulo in vigore tra le big è il 4-3-3, utilizzato principalmente da Napoli e Lazio.
Spalletti però è un allenatore lungimirante e potrebbe addirittura abituare gli azzurri a giocare con due moduli differenti stravolgendo il dettame tattico anche a gara in corso.
Luciano è una figura carismatica ed estremamente decisa, non si fa scrupoli a convocare calciatori da realtà inferiori del calcio italiano.
Sarà una nazionale mai vista prima con un calcio meno difensivista e più propenso alla manovra offensiva, una bilancia perfetta capace di svolgere entrambe le fasi di transizione.
La rosa a disposizione di Spalletti
Gli esterni d’attacco si accenteranno per lasciare spazio a Di Lorenzo e Di Marco, le due frecce azzurre.
Occhio anche a Destiny Udogie che potrebbe risalire le gerarchie se mantiene questo rendimento al Tottenham.
Il centrocampo è un banchetto assortito capitanato da Tonali e Barella, i due centrocampisti italiani più forti al momento.
Ma non dimentichiamoci di Frattesi, Rovella e Casadei i quali risulteranno fondamentali per completare e arricchire la mediana tricolore.
Sarà entusiasmante vedere in campo il ritrovato Federico Chiesa e l’oriundo Mateo Retegui.
Insomma, il futuro della nostra nazione in ambito calcistico appare davvero radioso e convincente.
Le ambizioni sono alte, sprofondare di nuovo nella totale mestizia è improbabile, Spalletti sembra davvero la chiave perfetta per aprire la porta del futuro alla nazionale italiana.
Fonte foto: Twitter nazionale italiana