Dopo queste due amichevoli contro Equador e Venezuela, l’Italia ne esce vittoriosa in entrambi gli incontri, ma per quanto riguarda il gioco espresso dalla squadra di Spalletti, c’è sicuramente qualcosa da migliorare. Con un solo goal concesso ed un rigore parato, la nostra nazionale si conferma una bottega che sforna grandi portieri. Una buonissima base su cui ricostruire una squadra che deve provare a difendere il titolo vinto nel 2021.
L’Italia di Spalletti ha giocato queste due amichevoli primaverili con un modulo molto diverso da quello utilizzato da Mancini e con cui ha vinto l’Europeo. Il modulo scelto dal tecnico di Certaldo è il 3-4-2-1, l’idea di base è molto interessante, anche perché quasi tutti i giocatori convocati giocano in squadre che adottano la difesa a tre, quindi molti difensori si trovano a loro agio a giocare da braccetti o da centrali. Per quanto riguarda l’annoso problema della punta, forse si è trovata finalmente una soluzione, ossia Retegui del Genoa.

Impressioni riguardo il gioco ed il modulo dell’Italia contro il Venezuela
Nella partita contro il Venezuela abbiamo visto un’Italia molto ambigua. Nel primo tempo la squadra azzurra ha dominato la squadra sudamericana giocando un gran calcio, ma commettendo una marea di errori che hanno permesso all’avversario, non solo di recuperare il match, dopo l’iniziale vantaggio azzurro di Retegui, ma anche di tentare il vantaggio con un calcio di rigore, magistralmente disinnescato da Gigio Donnarumma.
Nel secondo tempo la squadra, inizialmente partita con il 3-4-2-1, ha deciso di cambiare modulo per cercare di ritrovare il vantaggio, tornando al più collaudato 4-3-3. Tuttavia il copione di partita non cambia: tanti errori, alcuni anche tecnici da parte di Buongiorno, Bonaventura e Udogie tengono il Venezuela ancora in partita. Alla fine però il forcing italiano premia gli sforzi Azzurri con Retegui, il quale, dopo essersi smarcato dal difensore batte a rete e segna il 1-2 finale.
Una partita molto tirata che ha evidenziato come l’Italia non abbia ancora assimilato al 100% il cambio modulo ed il passaggio alla difesa a tre. Di contro però sembra aver finalmente trovato il suo numero 9 che deve partire da titolare all’Europeo 2024.
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Stesso copione contro l’Equador o c’è già un lieve miglioramento?
La partita con l’Equador si apre come meglio non si poteva, con un gran goal dalla distanza di Lorenzo Pellegrini, dopo una punizione di Di Marco, poi ribattuta dalla barriera avversaria. Nel corso del primo tempo gli azzurri dominano il gioco andando molto spesso molto vicini al 2-0. Le occasioni di Di Marco e di Zaniolo sembrano presagire che nel secondo tempo ci sarà il fantomatico raddoppio, ma purtroppo non sarà così.
Nel secondo tempo la squadra sudamericana scende in campo con una grinta ed una ferocia tale da imbrigliare il gioco Azzurro. Il pressing asfissiante di Caicedo e compagni mette in difficoltà il centrocampo e la difesa italiana, ma Vicario è reattivo e para tutti i tiri che gli arrivano. Alla fine del recupero però su una grande disattenzione della difesa equadoregna l’Italia fa il 2-0 con Barella che batte il portiere avversario con un cucchiaio, dopo un assist fantascientifico di Riccardo Orsolini.
Quello che questa partita ci insegna è che servirà altro tempo per far digerire alla squadra la nuova idea di gioco del mister Spalletti, ma almeno la strada sembra tracciata nel migliore dei modi e qualche miglioramento inizia ad intravedersi.
Questa Italia a due facce lascia ben sperare o è solo il proemio di una disfatta già annunciata?
Inutile girarci intorno, non siamo più la squadra che ha vinto il titolo. Il nostro è un cantiere aperto, il mister sta sperimentando in vista di Euro2024, quindi vedere partite sottotono o comunque non spettacolari, per quanto riguarda il gioco espresso, non deve assolutamente allarmare nessuno. Non siamo più scarsi di quattro anni fa, la squadra è nettamente più giovane e futuribile di quella che vinto a Wembley, quindi ci sta che molti giocatori commettano errori dettati dall’inesperienza.
Isterismi e disfattismi non vanno fatti, siamo ancora all’inizio del progetto Spallettiano e quello che serve al mister e alla squadra è la tranquillità di sbagliare ed il grande sostegno da parte di tutto il popolo azzurro. Sicuramente verranno tempi migliori, la vera difficoltà sarà saperli aspettare. Anche perché, come dice mister: ”Uomini deboli destini deboli, uomini forti destini forti”.
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Fonte foto: Account Twitter Azzurri