KRC Genk:una fabbrica di talento sottovalutata

KrC Genk:una fabbrica di talento sottovalutata

Genk è una città dalle tante peculiarità: si trova in Belgio ma gli abitanti parlano l’olandese e ciò che lega i cittadini del centro urbano della regione fiamminga è il calcio.

KRC Genk, un club d’arte moderna

Qua sorge il K.R.C Genk, un club che la storia se l’è creata nel calcio moderno.

È stato fondato solamente nel 1988 e 8 stagioni dopo si è ritrovata nella massima serie belga.

I puffi, nome stravagante che indica il club, vantano 4 campionati vinti,5 coppe di Belgio e 2 supercoppe.

Ma mettiamo da parte i trofei perché non è il fattore che solleva il prestigio del club.

La società belga ha disputato due edizioni di Champions League ma non ha mai fatto quel gradino in più perché i suoi migliori giocatori li ha venduti.

Il settore giovanile del Genk

I biancoblu possono contare su una grande lungimiranza prelevando calciatori da altri club in giro per il mondo.

Riescono a valorizzare i talenti grazie all’innovatissimo settore giovanile:Courtois,Koulibaly,Carrasco, Milinkovic Savic,Bailey,Ndidi,De Bruyne,Origi,Benteke,Castagne,Trossard…

Quest’anno i biancoblu hanno dato spazio a diversi talenti come Bilal El Khannouss, Mike Tresor,Joseph Paintsil e Angelo Preciado.

I talent scout del Genk non solo sembrano in grado di prevedere un futuro non troppo lontano, ma hanno anche il coraggio di mettere piede in paesi dove il calcio non ha raggiunto ancora una vasta popolarità.

Genk e Tanzania, un legame speciale

Difatti,dopo l’acquisizione di Samatta,noto calciatore tanzaniano, il club ha deciso di stringere una partnership con una delle poche accademie del posto, la Brooke House.

L’anno scorso i biancoblu hanno prelevato dall’accademia il tanzaniano classe 2003 Kelvin John.

Niente passato, poco presente e tanto futuro

Quest’anno sono partiti alla grande acquistando Alieu Fadera, gambiano classe 2001 che si è imposto con lo Zulte Waregem nel campionato belga e il 2004 ghanese Christopher Baah.

Al momento questi nomi non vi diranno niente, ma fidatevi di un club visionario per quanto riguarda i talenti.

Koen Daerden, responsabile del settore giovanile ha spiegato il modus operandi del Genk.

Il DNA e la filosofia del club è quello di sviluppare e dare una possibilità ai giovani giocatori della prima squadra”.

“In generale, l’obiettivo dell’accademia è di far crescere giocatori di talento e aiutarli a diventare calciatori professionisti. Abbiamo bisogno dell’accademia; cerchiamo di sviluppare sempre più giocatori per la prima squadra.

“Se l’accademia non porta talenti, non solo abbiamo commesso degli errori, ma tutto il sistema, compresa la prima squadra, ne subisce le conseguenze”

Come opera il club fiammingo?

Ma esattamente come lavorano i biancoblu belga?

Il club ha setacciato il paese in lungo e in largo, dalla costa settentrionale dove ha trovato Divock Origi, fino al confine meridionale del paese con la Francia per migliorare le proprie squadre giovanili.

Ma come accennato prima, il club possiede anche un vasto programma di scouting che copre gran parte dell’Europa e altre aree del mondo.

Questa rete li ha portati anni fa al centrocampista nigeriano Wilfried Ndidi, al difensore senegalese Kalidou Koulibaly e al giamaicano Leon Bailey.

Daerden e il suo staff sono desiderosi di continuare a far brillare nuove stelle al Genk, ove possibile.

Ora il nostro obiettivo è sviluppare, non il prossimo Kevin De Bruyne in quanto tale, ma sono sicuro che abbiamo un giocatore che ha le qualità per essere un altro giocatore di alto livello, aggiunge Daerden.

L’ingrediente segreto? L’istruzione

Il sistema in vigore a Genk include gruppi di età dai più giovani (under 7)fino alla squadra under 21 del club, anche lo staff tecnico delle giovanili è ora considerato uno dei migliori, non solo in Belgio, ma in tutta Europa. Ma qual è l’ingrediente segreto? Educazione, Educazione, Educazione. C’è un’enorme attenzione a Genk, come con molte altre accademie di calcio pluripremiate. L’istruzione è la via da seguire per i giovani giocatori. C’è bisogno non solo di creare calciatori di livello mondiale, ma anche di aiutare questi gioielli a crescere e sviluppare tutte le doti cognitive e comportamentali. 

KRC Genk:una fabbrica di talento sottovalutata.

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