Guehi “graziato” dalla FA: nessuna sanzione per le scritte sulla fascia arcobaleno

Guehi "graziato" dalla FA: nessuna sanzione per le scritte sulla fascia arcobaleno

Nessuna sanzione per Marc Guehi: la Federcalcio inglese ha deciso di “graziare” il capitano del Crystal Palace dopo le scritte sulla fascia arcobaleno.

Il capitano del Crystal Palace, Marc Guehi, non sarà sanzionato dalla Federcalcio inglese nonostante abbia scritto un messaggio religioso sulla sua uniforme durante la campagna Rainbow Laces della Premier League, che promuove l’inclusione della comunità LGBTQ+. Il difensore inglese era già finito sotto i riflettori contro il Newcastle, quando aveva scritto “I love Jesus” sulla fascia arcobaleno, ma ha continuato a far parlare di sé anche martedì, in occasione del match contro l’Ipswich Town. Guehi, infatti, ha ripetuto il gesto scrivendo “Jesus loves you”, violando così la regola A4 della FA, che vieta qualsiasi messaggio religioso su abbigliamento, scarpe o attrezzature.

Guehi, parla il padre: “Gesù ama tutti, la comunità LGBT+ sta cercando di imporre il suo pensiero”

Nonostante il doppio episodio, la Federcalcio ha deciso di non prendere provvedimenti disciplinari contro Guehi, limitandosi a un semplice avvertimento. Tuttavia, il suo caso non è stato l’unico ad attirare l’attenzione. Sam Morsy, capitano dell’Ipswich Town, non ha indossato la fascia arcobaleno nelle partite contro il Nottingham Forest e il Crystal Palace giustificando la sua scelta per motivi legati alle sue convinzioni religiose – è musulmano praticamente -. Un altro episodio simile ha riguardato Noussair Mazraoui, che durante il riscaldamento prima del match contro l’Everton si è rifiutato di indossare una giacca a sostegno della comunità LGBTQ+.

Secondo quanto riportato da TuttoMercatoWeb, sull’accaduto si è espresso anche il padre di Marc Guehi, un ministro della chiesa, che ha preso le difese del figlio. Gesù ama tutti. Quindi, scrivendo ‘Amo Gesù’ sulla sua fascia, non vedo davvero cosa ci sia di offensivo e qual è il problema. Se guardi cosa sta facendo la comunità LGBT+, stanno cercando di imporre agli altri ciò in cui credono. È una fede contro una fede, ma alla fine della giornata tutti hanno il diritto di avere un’opinione”.

 

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