Il rovente e infernale derby di Nicosia.
La storia dell’isola di Cipro
Cipro è una grande isola del Mar Mediterraneo che nasconde gargantuesche insidie: appare del tutto indipendente ma è come se non lo fosse, fa parte dell’Unione Europea, ma è come se non ne facesse parte interamente.
Per collegare la divisione politica e territoriale dell’isola bisogna risalire agli anni 60‘.
Fino a quegli anni infatti,l’isola era sotto l’occupazione britannica e ancora oggi si possono notare edifici,locali e molto altro di radice inglese.
Ma già prima dell’occupazione britannica Cipro era culturalmente divisa tra ciprioti greci e ciprioti turchi.
Non stiamo a raccontare i rapporti poco amichevoli e tesi, non di certo affievoliti col tempo, tra questi 2 stati.
Ci limiteremo a dire che tra Grecia e Turchia non scorre buon sangue.
Gli scontri tra ciprioti greci e turchi
E il sangue scorre “cattivo” anche a Cipro tra questi 2 popoli vetusti e affascinanti.
L’abbandono del dominio britannico nell’isola permise alle due fazioni di scontrarsi e le lotte politiche riaffiorarono.
La famosa goccia che ha fatto traboccare il vaso avvenne pochi anni dopo.
Un gruppo di nazionalisti greci approfittò del neonato Cipro del nord di maggioranza turca, per mettere pressioni spingendo all’indipendenza del Cipro del Sud a maggioranza greca.
Nel 1974 si arrivò al momento clou della vicenda con l’intervento militare dell’esercito turco nell’isola.
Nel 1986 ci fu l’indipendenza del cipro del Nord che comprende oggi il 36% del territorio di Cipro.
Come nasce il derby di Nicosia?
La capitale Nicosia si trova proprio al confine ed è l’unica e ultima città europea divisa da un muro.
E nella capitale sorgono due club: l’Apoel Nicosia dei ciprioti greci e l’Omonia dei ciprioti turchi.
Il derby è alimentato dalle vicende storiche ma non viene messo in secondo piano il risultato finale.
Prima del fischio del match gli schiamazzi e i subbugli cessano per qualche istante, c’è bisogno di vincere anche sugli spalti.
È il momento delle coreografie, dei canti provocatori,timorosi e a tratti angoscianti.
Al fischio d’inizio ecco che finisce l’illusione di un derby irenico ed idilliaco. I 22 giocatori in campo sono come pedine di scacchi per gli ultras delle due fazioni.
E i calciatori sanno quanto vale questo derby, danno l’anima mettendo quasi da parte la passione.Sembra quasi anacronistico dirlo, ma nella mente dei giocatori probabilmente si evoca il desiderio di tornare a casa sani e salvi.
L’impatto dei 2 club nel campionato
I trofei parlano chiaro, l’Apoel Nicosia domina il derby della capitale e giganteggia pure in tutta l’isola.
È il club più titolato e negli anni ha rappresentato anche in Champions League l’affascinante isola del Mar Mediterraneo.
La storia però è cambiata, l’Apoel non vince il campionato da 4 lunghissimi anni mentre i rivali lo hanno vinto 2 volte nelle ultime 4 edizioni.
I gialloblù dell’Apoel rimangono i più titolati con 28 trofei alzati, a seguire è proprio l’Omonia con 21.
Col passare degli anni il derby di Nicosia è diventato quasi una tappa imperdibile per gli appassionati sia di calcio che di viaggio.
Ai turisti che occupano gli stadi delle rispettive squadre viene consigliato di recarsi nella gradinata locale e di assumere un comportamento quasi catatonico.
L’ambientazione è infernale ma allo stesso tempo pittoresca, purtroppo però,ogni tanto, l’Inferno trascende anche fuori dallo stadio ed ecco che partono coltelli,pugni e sangue di genesi greca o turca.
Il rovente e infernale derby di Nicosia.