L’Inter festeggia la seconda stella in faccia ai cugini rossoneri: un percorso netto, iniziato con qualche perplessità e chiuso con la gloria.
La stagione incredibile che la squadra meneghina sta vivendo quest’anno verrà ricordata, nel bene o nel male, da tutti gli appassionati di calcio. Impossibile per i non interisti rimanere inermi di fronte alla bellezza calcistica che i giocatori di Simone Inzaghi stanno mostrando di partita in partita. Ma tutto questo ha avuto un inizio tutt’altro che brillante o positivo. Infatti ad inizio stagione la partenza di giocatori cardine come: Skriniar, Brozovic, Onana, D’Ambrosio e Lukaku, non faceva dormire sonni tranquilli ai tifosi nerazzurri.
Ma nonostante i tanti addii, alcuni forzati, altri dovuti, la spina dorsale della squadra che prima con Conte e poi con lo stesso Inzaghi aveva vinto tanti trofei è riuscita a far inserire magnificamente nel mondo Inter anche i giocatori più giovani come Frattesi o Bisseck. Oltre alla forza del gruppo va però nominato anche il lavoro dei singoli, componente fondamentale per la riuscita della campagna di conquista dell’Italia. I giocatori che hanno avuto un up-grade considerevole in questa stagione non possono che essere: il nuovo capitano nerazzurro Lautaro Martinez, Hakan Çalhanoğlu e Marcus Thuram.

Le diverse tappe che hanno portato allo Scudetto dell’Inter
Prima di concentrarci sui dovuti elogi nei confronti di questa grande squadra, è necessario ricordare, almeno per sommi capi, quali sono state alcune di quelle ”partite chiave” che di fatto hanno canalizzato lo Scudetto verso Milano, sponda neroazzurra. La prima che può venire in mente è senza dubbio quella del 6 gennaio contro il Verona. In quella occasione andò in scena il primo, a mio avviso, dei tre spartiacque che hanno ”consegnato” lo scudetto all’Inter.
In quella partita scese in campo un’Inter provata dagli estenuanti impegni di coppa, contro un Verona pimpante e difficile da domare. Di quel match si ricorderà: l’azione che ha portato al 2-1 di Frattesi nel recupero ed il calcio di rigore, poi sprecato, da Henry, che di fatto poi chiuse il match. In quel momento storico la squadra di Milano si stava giocando il Tricolore punto a punto con la Juventus, prima che iniziasse il suo lento declino.
Il secondo spartiacque fondamentale della stagione interista lo si è avuto proprio contro i rivali di sempre della Juventus, nel match casalingo vinto 1-0 con autogoal di Gatti. Dopo quella partita il divario tra l’Inter e le inseguitrici si è notevolmente ampliato, contribuendo ad infondere nei ragazzi di Inzaghi la speranza, ormai quasi concretizzata, di essere riusciti a vincere la Seconda Stella.
Il terzo ed ultimo step che porterà all’effettiva conquista del titolo potrà accadere: o nel Derby contro il Milan, o nella partita casalinga contro il Torino di Juric, privo ormai un reale obbiettivo stagionale. Molti tifosi si augurano di vincere la Coppa proprio nella stracittadina contro i rossoneri, ma ormai è solo questione di come e quando.
I protagonisti della seconda stella interista
Nominarli tutti sarebbe complicato, ma doveroso, perciò ci soffermeremo solo su quelli che non tutti si aspettavano potessero risultare così ”decisivi” nella conquista della tanto agognata Seconda Stella. Il primo fra tutti non può che essere Lautaro Martinez, nuovo capitano dell’Inter dopo l’addio di Handanovic. L’evoluzione mentale che la fascia da capitano ha prodotto su Lautaro ha dell’incredibile, l’attaccante argentino in questa stagione si è sobbarcato molto spesso l’intera squadra sulle spalle, conducendola alla vittoria. Un esempio clamoroso è quello di Salerno: partita sullo 0-0 al minuto 65-70′, si alza il capitano dalla panchina, entra e segna 4 reti, una più bella dell’altra. Un autentico crack che ha scombussolato la difesa campana ed ha allontanato gli spettri di un infausto pareggio.
Il figlio d’arte Thuram
Un altro calciatore che ha stupito per il suo incredibile rendimento, al primo anno in Italia, è senza dubbio il figlio d’arte Marcus Thuram. Il giovane francese acquistato dal Borsussia Monchengladbach a parametro 0 ha rappresentato il vero jolly che ha fatto saltare il banco da gioco. La sua affinità con Lautaro è esplosa sin dalle prime gare e difficilmente si placherà. Chiamato per essere il ”vice Lukaku” e sopperire alla partenza del totem Dzeko, Marcus ha saputo giocare bene le sue carte, tanto da divenire un vero e proprio titolarissimo di Inzaghi. Al suo primo anno in Italia ha già segnato 11 goal e fornito 7 assist, un bottino niente male per un’esterno d’attacco trasformato in punta centra.
Il regista del Bosforo
Il terzo giocatore che ha subito una notevole evoluzione durante questa annata è stato, senza dubbio Hakan Çalhanoğlu. Il centrocampista turco era stato acquistato per sopperire alla partenza forzata di Eriksen, ma l’assenza di Brozovic ha cambiato la sua carriera. L’infortunio del croato ha fatto si che il centrocampista turco fosse dirottato più lontano dalla porta, nel cuore del centrocampo interista. Questa mossa ha incredibilmente accresciuto le qualità delle prestazioni del giocatore, tanto da farlo diventare un vero e proprio insostituibile in quel ruolo.
L’intuizione di Chala come regista venne al mister Inzaghi alle porte di una partita fondamentale per il percorso Champions dei nerazzurri: quella contro il Barcellona a San Siro. In quell’occasione infatti, non solo giocò una incredibile gara, ma riuscì anche a segnare. Fu quel giorno che Simone Inzaghi capii dir aver trovato il ruolo perfetto per il centrocampista ex Milan.
Potremmo continuare a scrivere molto altro sui protagonisti dello scudetto dell’Inter, ma in fin dei conti forse è meglio lasciare a ciascun lettore, interista o meno, la possibilità di scegliere il suo personale protagonista di questa cavalcata memorabile. Il momento di festeggiare arriverà molto presto e le gesta dell’Inter di Inzaghi nel 2023-2024 non andranno mai dimenticate, poiché verranno impresse a fuoco sul retro di quella Seconda Stella che dalla prossima stagione accompagnerà ogni interista.
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Fonte immagine: X Inter