Quando si parla di sport in Egitto, il calcio regna sovrano o meglio, faraone.
Nonostante abbiano avuto più successo in sport come la pallamano e lo squash, nulla si avvicina allo sfrenato seguito di cui gode il calcio egiziano.
Il folclore dei tifosi egiziani
Il successo dell’Egitto a livello continentale non ha fatto altro che alimentare la passione degli egiziani verso questo sport.
I bar affollati per le strade, le case dei familiari esultanti piene fino all’orlo di soggetti imparentati e non, le chiassose celebrazioni di strada dopo una grande vittoria: questo è il calcio in Egitto.
Ma se c’è tanta passione per questo sport, allora perché l’Egitto non ha mai spiccato il volo?
Una nazione di 100 milioni di persone con una straordinaria passione per il gioco: sulla carta dovrebbero essere al top (o almeno vicino ad esso)
Eppure i calciatori egiziani sono numerosi e di assoluto livello: su tutti Mohamed Salah, Mostafa Mohammed e Omar Marmoush i quali stanno facendo molto bene in questa stagione nelle rispettive squadre (Liverpool, Nantes ed Eintracht Francoforte)
Un successo limitato
Ma il successo dell’Egitto è stato interamente continentale; con il paese che ha vinto sette volte la Coppa d’Africa (ma nessuna dal 2010) e sedici titoli di Champions League africana di cui 11 dell’Al Ahly ,5 dello Zamalek e una dell’Ismaily nel lontano 1969.
Il loro dominio in Africa è così evidente che il secondo paese con il maggior numero di Champions League africane vinte è il Marocco fermo a 7.
Allora perché l’Egitto non riesce a esprimere il suo potenziale anche in ottica mondiale come recentemente hanno fatto gli altri paesi africani?
La risposta breve: le dinamiche e la corruzione all’interno della Federcalcio egiziana (EFA).
L’EFA, il male del calcio egiziano
Dal modo in cui gestisce il campionato egiziano al modo e, l’EFA sembra fare il possibile per impedire il progresso del calcio nel paese dei faraoni.
Essendo la nazionale africana di maggior successo, gli egiziani spesso millantano di essere la squadra più potente del continente.
Malgrado abbia scritto la storia del calcio africano con 7 coppa d’Africa vinte e 16 Champions League continetali portate a casa da squade locali, la Coppa del mondo è riuscita a sfuggire ai Faraoni per tre decenni: una maledizione che è stata finalmente spezzata nel 2018.
Senza dubbio quella qualificazione è stato un momento importante nella storia del calcio egiziano.
La federazione egiziana, tuttavia, ha abusato di questa opportunità e ha fatto tutto ciò che era in suo potere per spremere quanto più denaro possibile dalla qualificazione dei Faraoni in poi.
Partendo dall’organizzazione del viaggio e dalla formazione, l’EFA ha fatto volare i Faraoni in prima classe; l’unica squadra ai Mondiali a farlo.
Successivamente, decisero di fare il ritiro della squadra in Cecenia, mossa prettamente politica, che era ben distante dagli stadi dei mondiali in Russia.
Ciò significava che la squadra doveva viaggiare per una quantità incredibile di tempo e sprecare energie preziose.
Per non lasciare nulla al caso, la FA egiziana ha anche permesso alle celebrità egiziane di fare irruzione nelle camere d’albergo dei giocatori allo scopo di scattare foto con le stelle della nazionale.
Mohamed Salah, l’idolo del popolo risorsa di un calcio tossico
Il gioiello del Liverpool Salah, il giocatore di punta dei Pharaohs, ha attribuito la colpa all’EFA mentre descriveva le intrusioni nella sua camera d’albergo.
“Ho chiesto più sicurezza per tutti i giocatori, non solo per me”, ha detto. “Abbiamo avuto molti disordini nel campo della squadra durante la nostra partecipazione ai Mondiali”.
Salah ha anche parlato di come a lui e agli altri giocatori non fosse permesso nemmeno di uscire per fare cose semplici a causa della mancanza di sicurezza nel loro hotel.
I problemi di Salah con l’EFA non si fermano qui. L’attaccante è la prima superstar del calcio egiziano veramente globale e come tale è il prodotto egiziano più riconoscibile e commerciabile.
Per Salah, questa è una benedizione e una maledizione. È amato e ammirato, e la sua faccia è esposta ovunque in Egitto. Ma la pressione di essere la stella più famosa nella storia del Paese non si applica solo in termini di prestazioni e titoli. Significa anche che la Federcalcio, notoriamente corrotta, lo considera una risorsa che vale la pena sfruttare.
Dopo che l’EFA stabilì il campo dei faraoni in Cecenia, Salah scoprì che sarebbe stato “onorato” durante una cena con il leader ceceno, Ramzan Kadyrov e che gli sarebbe stata consegnata la “cittadinanza cecena onoraria”.
La cena ha alzato un polverone di polemiche in tutto il mondo del calcio e gli egiziani hanno recriminato molto questa scelta vedendo come il loro idolo veniva munto dall’EFA.
Un mondiale concluso a 0 punti e i problemi con Salah
Non è del tutto sorpendente sapere che in quel mondiale l’Egitto perse tutte e tre le partite dei gironi. Ma i problemi non si fermarono qui.
Salah si è trovato ancora una volta in disaccordo con l’EFA quando hanno deciso di utilizzare la sua immagine senza il suo permesso per i propri accordi di sponsorizzazione, una mossa la quale violava gli accordi che Salah aveva con i suoi stessi sponsor.
Questa è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso per il giocatore, dopo di che ha pubblicato una serie di video in cui parla dei problemi che ha avuto con l’EFA.
Non ha sorpreso i tifosi egiziani che erano a conoscenza della corruzione del calcio egiziano ma l’immagine della stella più importante della nazione che affrontava impotente l’abuso dell’EFA era comunque sorprendente.
È importante sottolineare che l’EFA nega ancora oggi tutte queste accuse. Affermano che tutti questi problemi sono solo malintesi. Detto questo, è difficile vederci un equivoco sentendo le parole di Salah:
“Loro [L’EFA] hanno detto che nessuno ha bussato alla porta della mia stanza alle 4 del mattino per fare foto con me, chiunque è libero di chiedere all’hotel o ai giocatori…
“Come possono altre persone venire a sedersi con me nella mia camera d’albergo? Ne sono influenzato negativamente.
Salah ha continuato a descrivere le sue sperimentazioni, confrontando il trattamento ricevuto dall’EFA con il trattamento ricevuto in Europa, affermando che:
“All’estero mi danno questa protezione senza che io nemmeno la chieda. In Egitto, quando lo chiedo, non c’è nemmeno risposta.
Spazio agli allenatori stranieri, una mossa alquanto infruttuosa
Sotto la guida di allenatori egiziani nativi come Mahmoud El-Gohary e Hassan Shehata, l’Egitto ha dimostrato di essere il fiore all’occhiello del continente africano ai tempi.
L’EFA continua però a inseguire e cercare allenatori stranieri.
Assumere manager europei, o manager con esperienza in Europa, non è necessariamente una cattiva idea: il gioco europeo è sicuramente superiore. Il problema, tuttavia, è che l’EFA non tenta mai di ingaggiare un allenatore europeo di recente successo.
Spesso si accontentano di manager che non riescono più a trovare lavoro in Europa (manager che spesso hanno superato il loro apice con schemi e idee obsolete)
Per il presidente del paese chiamare in causa la propria Federcalcio e chiedere un qualche tipo di azione è più che imbarazzante.
Dopo l’uscita shock dalla Coppa d’Africa agli ottavi di finale contro il Sudafrica del 2019, l’intera dirigenza dell’EFA (e lo staff tecnico che costò all’Egitto milioni di sterline) se ne andarono.
La realtà è che qualsiasi successo ottenuto dall’Egitto non è dovuto alla Federcalcio egiziana, bensì a dispetto di essa.
L’EFA sta frenando il calcio egiziano e non abbiamo ancora discusso di come gestisce il campionato egiziano o di come così tante posizioni all’interno dell’EFA siano titoli ereditati che passano da marito a moglie, da figlio a nipote.
2012 e 2015, due anni di rivolte e stragi
Il 1° febbraio 2012, infatti, lo stadio di Port Said è stato causa di una delle più grandi catastrofi della storia recente dell’Egitto, in una partita tra il club Al-Ahly del Cairo e il club Al-Masry di Port Said. Sotto gli auspici della polizia, settantadue tifosi di calcio del più grande fan club dell’Al-Ahly, “Ultras Ahlawy”, sono stati massacrati nello stadio da tifosi della città di Port Said e da quelli che si ritiene fossero delinquenti pagati.
Contrariamente al protocollo, la polizia non è intervenuta contro i tifosi dell’Al-Masry, che brandivano coltelli, spade, pietre e fuochi d’artificio. Si sono ritirati dallo stadio, hanno saldato le porte, spento le luci dello stadio e hanno permesso così la strage.
Nel frattempo, gli Ultras Ahlawy venivano inseguiti, pugnalati, soffocati e gettati dalle tribune.
“È stato un incubo. Ho dovuto coprirmi del sangue del mio amico per sfuggire ai delinquenti che mi inseguivano”,
ha detto un testimone che ha assistito alla morte del suo amico d’infanzia.
La maggior parte dei tifosi uccisi nello stadio avevano un’età compresa tra i tredici e i vent’anni.
Questo massacro è avvenuto sullo sfondo di una continua vendetta tra la polizia e gli Ultras Ahlawy, che si è manifestata in ripetuti scontri sin dalla nascita del gruppo nel 2007. Molti credono che la polizia abbia orchestrato questo massacro come ritorsione per l’umiliazione subita per mano degli Ultras Ahlawy. Ultras, che hanno combattuto ferocemente la polizia durante la rivoluzione egiziana del 2011.
Il governo egiziano e L’EFA sono un gigantesco macigno di corruzione che fermano i progressi portati avanti dagli sforzi dei giocatori e dai tifosi egiziani.
Il 9 Febbraio del 2015 alcuni tifosi dello Zamalek sono stati uccisi dopo che la polizia ha sparato gas lacrimogeni e proiettili di fucile sui tifosi in coda per entrare in uno stadio del Cairo.
Pochi mesi più tardi lo Zamalek, al tempo campione in carica del campionato, decise di ritirarsi dalla lega in seguito al match perso per 3-2 contro il Tala’ea El-Gaish.
A far infuriare le dirigenza è stata la pessima direzione arbitrale dell’arbitro Mahmoud al-Banna, che ha fischiato due rigori contro ed espulso anche un calciatore dello Zamalek.
Affinché l’Egitto possa raggiungere il suo massimo potenziale, è necessaria la responsabilità e una riforma barricadiera dell’intera EFA con regolamenti più severi e una supervisione su come spendere le risorse.
L’Egitto continuerà a scivolare dietro alle altre nazioni africane, non riuscendo a sfruttare il loro enorme potenziale fino a quando saranno succubi delle grinfie dell’EFA.
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Fonte foto: EFA.eg