Milan, Cardinale: “I soldi che guadagno li investo. Lo stadio? Per trasformare la squadra in una di Premier”

Cardinale

Il proprietario del Milan Gerry Cardinale è tornato a parlare dei rossoneri per quanto riguarda l’aspetto economico ma non solo: ecco l’intervista a The Varsity.

Gerry Cardinale ha rilasciato una lunga intervista a The Varsity in cui parla dei suoi investimenti nello sport in particolar modo. Ecco uno stralcio della sua intervista in cui parla del Milan. Di seguito le sue dichiarazioni.

L’intervista di Cardinale

Essere proprietario del Milan è probabilmente la cosa più difficile che abbia mai fatto, la più impegnativa. Questo perché c’è molta resistenza al cambiamento, ma era la tesi d’investimento, dunque è un po’ come l’uovo e la gallina… Nei 3 anni al Milan, siamo stati significativamente in cashflow positivo per la prima volta in 17 anni. Cosa faccio con quei soldi? Non me li intasco. Li prendo e li rimetto nella squadra. Abbiamo speso in questo mercato estivo più di ogni altra squadra in Serie A. Costruiremo un nuovo stadio. Perché? Non è per intascarmi i soldi. Quello stadio dovrebbe consentirci di trasformare il profilo finanziario del Milan in quello di una squadra di Premier. La competizione qui non sono le altre 19 squadre di Serie A, è la Premier. Nel calcio europeo questo gap è tra la Premier League e tutti gli altri. E la cosa più interessante è che, ogni domenica, l’ultima della Serie A può battere la prima, mentre questo è più difficile in Premier. E la cosa fuori di testa è che non ci pagano per questa cosa! Noi come Milan, che siamo in testa a questo gruppo di squadre, non veniamo pagati, non riusciamo ad ottenere un accordo per i diritti media internazionali, nonostante ci sia un livello di competitività più alto della Premier. Questo perché comprare questi diritti costa talmente tanto che i distributori vogliono solamente le migliori, ed è da questo che nasceva il fenomeno della Superlega. Il problema è che in America, che guida i diritti TV internazionali, a nessuno interessa Cagliari-Lecce. E questo è un problema. In Francia, il PSG ha fatto un lavoro eccezionale, e li ammiro per come sono riusciti a dominare quel campionato ogni anno, il problema però è che tutti gli altri stanno molto dietro e quindi vendere i diritti di quel campionato è molto più difficile. L’intero senso dello sport è la dinamica umana della competizione, per questo il mio approccio al Milan e alla Serie A è che… stiamo costruendo un nuovo stadio, finalmente ho convinto Tim Romani, che credo sia il migliore in questo ambito, a venire in Italia a lavorare a tempo pieno su questo progetto. Una volta che lo avremo fatto, mi piacerebbe portare questo team che stiamo costruendo da tutte le altre 19 squadre della Serie A dicendo loro “ecco, affidatevi a loro e fatevi lo stadio”, perché non siete davvero voi i nostri competitor. I miei occhi sono sulla Premier League e, per rispondere alla tua domanda iniziale, se ti approcci al Milan con questa visione qui è molto complicato essere un proprietario. Ho fatto l’errore di parlare di un Berlusconi 2.0, ma quello che intendevo quando dicevo quello è che… guarda, è la stessa cosa di George Steinbrenner, io sono cresciuto con lui che mi ha insegnato questo mondo, e quello che ha fatto George è lo stesso di Berlusconi. Quello oggi non lo puoi più fare: costa troppo, ci sono stati sovrani ecc., devi trovare il tuo modo diverso di farlo. Quindi tutto il punto del discorso era: io oggi voglio innovare il modo in cui fai le cose così come fecero loro, perché quel modo non funziona più”.

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