Miranda: “Con Godin eravamo meglio della BBC! Spalletti? Se ti prende di mira è finita. Su Bastoni…”

Miranda: "Con Godin eravamo meglio della BBC! Spalletti? Se ti prende di mira è finita. Su Bastoni..."

Miranda presenta a La Gazzetta dello Sport la sfida di questa sera tra Atletico Madrid e Inter: ecco le sue parole e… frecciatine.

Miranda, Godin, Simeone, Vieri… sono tanti i giocatori accomunati da un passato che li ha visti protagonisti sia all’Inter che all’Atletico Madrid, Questa sera le due squadre si affronteranno nella quinta giornata di Champions League e per l’occasione La Gazzetta dello Sport ha intervistato Miranda, difensore brasiliano che ha messo le fondamenta dei Colchoneros di Simeone e vissuto tre stagioni in nerazzurro. Proprio a Milano, dopo gli anni di grandezza in Liga, ha iniziato a vivere le prime difficoltà e anche in questo caso Spalletti è al centro delle sue parole.

Che coppia è stata Miranda-Godin? 

“Impareggiabile. Sarò sincero: a quei tempi non c’era nessuno come noi. Neanche Ramos-Varane al Real o la BBC della Juve. Singolarmente magari sì, ma insieme eravamo fortissimi. Siamo stati i primi soldati di Simeone, e a me fa anche ridere definirmi così…”.

E l’Inter?

“Appena arrivato, nel 2015, uno degli assistenti di Mancini mi disse che avrei dovuto migliorare molto a livello difensivo. Io rimasi un po’ così, in fondo qualcosina avevo fatto… ma aveva ragione. La Serie A mi ha completato”.

Nel 2018 disse: “Io sono il miglior difensore della Serie A”. Conferma? 

“Certo, lo ero. La mia storia parla per me”.

Giocherebbe sia nell’Inter sia nell’Atletico di oggi? 

“Sì. Il miglior Miranda sarebbe titolare in tutti e due i club. I nerazzurri hanno tre centrali fortissimi, ma il mio preferito è Bastoni: veloce, tecnico. Mi somiglia”.

All’Inter avrebbe potuto dare di più? 

“Dipende dai punti di vista, ma in generale penso di sì. Con Mancini, De Boer e Pioli ero titolare, poi è arrivato Spalletti. Uno che ha imposto la paura”.

Miranda, che attacco a Spalletti: “Se ti prende di mira è finita”

In che senso, la paura? 

“Come allenatore niente da dire: un vincente. Ha riportato l’Inter in Champions e ha gettato le basi per il futuro, ma come uomo… lasciamo stare. Il peggior allenatore avuto in Italia in tal senso. Mancini è stato un gentleman, De Boer non è stato capito. Ma Spalletti viveva col terrore che qualcuno parlasse male di lui. Se ci fa caso sono pochi i calciatori ad aver avuto buoni rapporti con lui”.

In cosa non vi siete trovati? 

“Litigammo per questioni di campo. Non ama chi gli si mette contro e ha opinioni diverse. Dopo quel diverbio, successo nel mio ultimo anno all’Inter, ho iniziato a giocare sempre meno. Mi schierava una volta sì e un’altra no. Così è difficile entrare in condizione, soprattutto se ti ritrovi a giocare solo le partite importanti”.

Nel 2019 lui tolse la fascia di capitano a Icardi. Anche per colpa delle dichiarazioni di Wanda.

“Robe personali. Lui è così: non credo pensi totalmente alla squadra. Quando ti prende di mira è finita. Comunque, nonostante ciò che diceva Wanda, Mauro è sempre stato professionale con noi. E quanto segnava…”.

Il rimpianto interista che si porta dietro? 

“Non aver vinto un trofeo”.

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