Infantino incontra la CONMEBOL a New York. Proposta: Mondiale 2030 con 64 squadre. Il Sudamerica sogna, l’Europa frena.
Il Mondiale del 2030 rischia di diventare l’edizione più imponente della storia del calcio. Non solo per il numero record di Paesi ospitanti – sei nazioni distribuite in tre continenti – ma anche per l’ultima proposta della CONMEBOL: portare il torneo a 64 squadre.
La questione è stata al centro del vertice che si è tenuto martedì a New York, presso gli uffici della FIFA alla Trump Tower. Presenti Gianni Infantino, presidente della FIFA, Alejandro Domínguez, numero uno della CONMEBOL, i presidenti delle federazioni di Argentina e Uruguay, il capo di Stato del Paraguay Santiago Peña e il presidente uruguaiano Yamandú Orsi.
Le parole di Infantino e Domínguez
Dopo il summit, Domínguez ha ribadito la sua visione: “Crediamo in un Mondiale 2030 storico. Ringrazio il presidente Infantino per averci accolto e condiviso questo percorso. Il centenario non può essere solo un evento in più: dev’essere unico, globale, capace di unire tutti”.
Gianni Infantino, dal canto suo, ha accolto con favore il dialogo: “Il Mondiale 2030 rappresenta un momento irripetibile, un secolo dopo la prima Coppa del Mondo in Uruguay. È un’occasione per celebrare la storia del calcio e costruire insieme il suo futuro”.
Un torneo gigantesco
Già il 2026 porterà una novità epocale, passando da 32 a 48 partecipanti. Ma l’espansione a 64 squadre farebbe salire il numero totale delle partite a 128, il doppio rispetto alle 64 giocate dal 1998 al 2022.
Il progetto del centenario è già ambizioso: Uruguay, Argentina e Paraguay ospiteranno alcune gare inaugurali, mentre la parte principale del torneo si svolgerà in Spagna, Portogallo e Marocco. Ma la CONMEBOL punta a un ruolo più ampio, chiedendo che l’intera fase a gironi venga disputata in Sudamerica.
Vantaggi e motivazioni
Dietro questa spinta c’è anche un obiettivo pratico: con 64 posti disponibili, tutte le dieci federazioni sudamericane avrebbero la certezza di qualificarsi. L’unica nazionale del continente a non aver mai partecipato a un Mondiale è il Venezuela.
Claudio “Chiqui” Tapia, presidente della federcalcio argentina, ha definito il vertice un passaggio fondamentale: “È stato un onore rappresentare il nostro Paese in un incontro così importante. Siamo una famiglia e continueremo a lavorare per rendere reale il nostro sogno”.
Le critiche
Non tutti, però, sono convinti. Il presidente UEFA Aleksander Čeferin ha giudicato l’idea come “una cattiva scelta”, sostenendo che un Mondiale così esteso potrebbe indebolire la qualità del gioco e ridurre il valore delle qualificazioni continentali.
La palla ora passa alla FIFA. Se la proposta dovesse essere approvata, il 2030 non sarà soltanto l’edizione del centenario, ma anche la più vasta e controversa della storia. Una celebrazione planetaria capace di unire… oppure un azzardo senza precedenti.