Napoli, da chi e con chi ripartire? I nomi sul tavolo

A Napoli è notte fonda. Anzi, è buio pesto. Il morale è basso, i sorrisi spenti. Spenti nel vuoto di un’illusione, nel silenzio di una delusione. Nei fischi del Maradona. Incessanti, quasi come a segnalare un punto di non ritorno. Ma la sconfitta di sabato contro l’Atalanta è solo la punta dell’iceberg di una stagione concepita male e gestita peggio, che lascerà strascichi nella storia. Il dato è tragico: i 31 punti di distanza dalla vetta rendono gli azzurri i peggiori campioni d’Italia uscenti nell’era dei tre punti. Ripartire da qui, per creare una nuova consapevolezza, deve essere imperativo categorico a Castel Volturno.

Non si respira più, quell’atmosfera magica che, fino a qualche mese fa, animava la città. Non si è più vista, in campo, quella squadra archetipo di una perfezione assoluta, rodata nelle intese e leggera nell’animo. Tutto svanito, a piccole dosi di dolore e presunzione, di attese lunghe e scellerate, in una gestione post-scudetto che non ha mai dato sensazione di solidità. C’era il rischio di incorrere in un depauperamento delle ambizioni vincenti, così è stato. La fame è stata saziata troppo presto: e il sogno di giocare con il tricolore sul petto, per Napoli e per il Napoli, si è trasformato piano piano in un’agonia crescente.

Il Napoli in posa prima della partita contro il Frosinone (X Napoli) direttacalciomercato.com

Napoli, da Italiano a Sarri: chi per la panchina?

De Laurentiis, ora, è chiamato a dare una sberla alla sua coscienza. Ha sbagliato tutto, e deve prenderne atto. Divide la sua comunicazione, ristagna la sua scontrosità. E, nei fatti, ha concluso poco. Assegnandosi un ruolo da attore protagonista nel suo nuovo film, ha voluto strafare, entrando in territorio minato, ben lontano dalle mansioni chiamato a ricoprire. Si è circondato di persone sbagliate e ha lasciato andare i due artefici dello scudetto: un tecnico di spessore, Spalletti, e una figura di raccordo, Giuntoli. Sostituiti con un allenatore condannato in partenza, Garcia, e un fantomatico DS, Meluso, la cui scarsa incisività nel progetto azzurro denota una chiara fragilità nelle gerarchie societarie. Il mercato non ha portato rinforzi, la squadra ha regredito, e nonostante si siano succeduti ben tre allenatori la situazione è rimasta invariata, tragica. Anzi, è peggiorata: ottavo posto, -9 dalla quarta piazza, -31 dalla vetta.

Un disastro senza precedenti, causato anche dalle tante questioni aperte sul fronte rinnovi, prestiti e partenze: è per questo che ci si aspetta una rivoluzione totale. Come si riparte? In primis, dall’allenatore. Calzona, per quanto abbia provato a reindirizzare il percorso tattico del gruppo, è davvero l’uomo giusto per costruire un percorso duraturo? I nomi, nel frattempo, non mancano e sono i soliti noti. In cima, e non da poco tempo, c’è Vincenzo Italiano, a tratti ancora spericolato ma congeniale all’idea di calcio che si vuole perseguire. Il tecnico piace, e dopo un soddisfacente triennio alla Fiorentina (da cui con ogni probabilità si libererà a fine anno) è pronto a fare un altro salto nel mondo dei grandi.

L’alternativa, che avrebbe del clamoroso, è il ritorno di Maurizio Sarri. Improbabile, soprattutto visto come ADL gli abbia dato del ”perdente” giusto qualche giorno fa, ma è un’opzione che inevitabilmente affascina. Riscaldare la minestra, però, sarebbe troppo facile e rischioso. La sensazione è che serva qualcosa di nuovo. Nuovo che suggerisce i nomi di Palladino e Farioli, italiani e avanguardisti nonostante la poca esperienza a certi livelli di calcio. Ma chissà che la partecipazione ad una determinata coppa europea (o la totale assenza da esse) non influenzi la scelta del nuovo tecnico. Ecco come l’opzione-Conte si farebbe sempre più difficile, se non impossibile, anche per un discorso di incompatibilità tecnica e ambientale.

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Fronte acquisti e post-Osimhen: su chi puntare?

Il focus si sposta poi sul fronte acquisti e cessioni, con particolare attenzione prestata a Victor Osimhen e alla sua imminente partenza. Da tempo è una sorta di separato in casa e non sembra ci siano stati segnali di riavvicinamento, con il nigeriano volenteroso di partire verso nuovi contesti. Il rinnovo siglato a inizio anno è servito solamente per fissare una clausola rescissoria (130 milioni) che attiri i grandi portafogli europei. Il tesoretto andrà poi reinvestito, a partire proprio dall’attacco. Sul tavolo è caldo il nome di Zirkzee, ma senza Champions è dura convincerlo a lasciare Bologna. Le alternative portano a Santiago Gimenez, prolifico 9 del Feyenoord, e a Jonathan David, bomber del Lille corteggiato anche dal Milan.

L’altra certezza è la partenza di Zielinski, direzione Inter, che lascerà un buco a centrocampo. Dove gli obiettivi sono fondamentalmente due. Il primo, Heorhij Sudakov, giovane prospetto dello Shakhtar Donetsk; il secondo, Lewis Ferguson, sempre sponda Bologna. Bologna che offre anche un’idea per la difesa: quel Calafiori che piace e che andrebbe finalmente a sostituire Kim (con un anno di ritardo). Non solo: sul piatto ci sono anche il riscatto di Traorè dal Bournemouth (non scontato) e i rientri dal prestito di Gaetano e Folorunsho, pronti a inserirsi in discorsi di futuribilità. Il Napoli, d’altronde, ha un eccessivo bisogno di ripartire da forze fresche. E chissà che non riparta anche da loro due.

 

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Fonte foto: X Serie A

 

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