Napoli, Spalletti: “Sono gli ultimi metri. Impresa di grande portata”

Il Napoli punta lo scudetto alla Dacia Arena. La sfida contro l’Udinese chiude la 33^ giornata di Serie A, e può farlo sancendo l’indiscussa vincitrice del campionato tricolore. La conferenza stampa di Spalletti è stata molto attesa per capire le impressioni dall’interno. Ecco le parole del tecnico, che ha iniziato ricordando i proprio tempi a Udine:

“Quando torno indietro a quello che è stato il mio percorso, ci sono molte squadre dove sono rimasto per molti anno sotto contratto: l’Udinese è una di queste. Quando si dice che ho un carattere difficile, la cosa stride. All’Udinese fui chiamato quando la squadra era iniziato difficoltà, riuscimmo a salvarci. Essere stato ad Udine mi ha fatto stringere un grande rapporto con Marino, che ha ragione a parlare delle origini di questo Napoli. Ho avuto come calciatore Sottil, già si vedeva che avrebbe avuto un futuro importante nel mestiere di allenatore. Era quello delle discussioni in campo sulle cose da fare e non fare. Sono ricordi bellissimi e mi fa piacere incontrarli in un momento che può determinare molto per la nostra storia del calcio”.

Adesso si discute quando il Napoli vincerà lo scudetto. Dall’esterno non ci credeva nessuno. Che sentimento prova per questi ragazzi?
“Da un punto di vista mio sapevo di aver a che fare con una squadra di purosangue, quindi mi fa piacere che abbiano fatto vedere da subito qualità e carattere. Questo scudetto, qualora avvenisse, sarebbe fuori dagli schemi per gli addetti a questo sistema. I nostri calciatori lo meritano per quanto fatto: ora ci sono da fare gli ultimi metri, si continua a fare come sempre fatto, senza deconcentrazione e divagazione alcuna”.

Questo è un giorno differente. Questa mattina, aprendo gli occhi, cosa si è detto, quale è stato il primo pensiero?
“Io penso alla gioia che posso dare agli altri, di conseguenza prendo il meglio da questa logica. In questo periodo abbiamo visto come i nostri tifosi vivono. Vedere gente dispiaciuta domenica ti mortifica, vorresti non succedesse mai. Ci si nutre del rimbalzo che la gente offre di quello che si fa, quindi il pensiero è vedere la gente felice. Lo stadio domenica mi ha fatto capire, più della nostra classifica, la portata dell’impresa che stiamo portando a termine, ed è quello che sognavo di vedere quando arrivato qui”.

Domani, essendo un turno infrasettimanale, a livello emotivo e di energie fisiche quanto serve trovare la giusta motivazione di fronte ad una squadra fisica come l’Udinese?
“Pensieri ce ne sono sempre, ma c’è anche la considerazione di quanto fatto fino ad ora. Noi abbiamo sempre creato situazioni nuove nelle partite, quindi non dobbiamo perdere la condizione mentale per cui possiamo confrontarci in tutti i modi con chiunque. Massimo rispetto per loro, ma la paura è un’altra cosa”.

Le sue valutazioni sul proprio lavoro, l’anno prossimo ci sarà anche dopo la vittoria dello scudetto?
“Vorrebbe parlare del mio contratto giusto? Sì, ci sono da fare altre belle cose prima, ossia giocare bene queste ultime partite, completare questo discorso, perché ancora non lo è. Penseremo poi a festeggiare. Infine mi rimetterò in gioco io”.

Ripercorrendo la stagione, può elencare i momenti chiave che hanno portato la Napoli qui?
“Secondo me è un modo di ragionare che parte da un primo tempo, quello dello scorso anno. Ho ricevuto un contributo importante anche da calciatore che oggi non ci sono più qui. Magari qualche rammarico c’è nel non aver corretto qualcosa, ma il dubbio è che avrei fatto un’opera di dissuasione di quella che era la nostra convinzione. Il percorso, al di la di ogni ragionamento parte dallo scorso anno, anche da Insigne, Koulibaly, Ghoulam, Mertens, gente che ci ha dato molto nella personalità di indossare la maglia del Napoli. Sono venuto a Napoli con la convinzione di fare qualcosa di importante, e stare a Napoli. Come città e ambiente è molto stimolante Napoli”.

Parlando proprio della città, oltre ad essere bella è molto accogliente, ma anche selettiva. Lei sta per diventare immortale da non napoletano, cose le provoca questo?
“Non provo niente di particolare, solo grande soddisfazione di aver creato questo sentimento. Il mio pensiero va ciò che è stato scatenante, cioè la reazione dei tifosi”.

Prima ha parlato di purosangue. Questa è la squadra più forte che lei ha allenato?
“Difficile dirlo. Accostare squadre passate al calcio che si gioca adesso è complicato. Fortunatamente ho allenato calciatori fortissimi, bisogna essere bravi a creare un discorso collettivo che dia entusiasmo”.

Osimhen è il primo nella classifica marcatori, Kvara in quella di assist. il Napoli penultimo nella classifica della parate: è corretto dire che il Napoli segue molto il suo pensiero oltre alle qualità dei singoli?
“Abbiamo cercato di fare il meglio. Kvara, per esempio, è giovanissimo ed è di livello top, ma ha ancora molte cose ad imparare. Quando le avrà imparate sarà di livello top. In questa scuola c’è il ragionamento di pensare come un collettivo, per esempio che difensori e portieri vengono messi in evidenza quando vengono presi pochi gol”.

A proposito del lavoro di squadra, Lozano e Politano spesso hanno dato una mano in fase difensiva a Di Lorenzo. Giusta interpretazione ed equilibrio?
“Siamo contenti di loro sia in fase difensiva sia offensiva. Se loro riescono a scambiarsi le qualità che hanno, si ha una totalità di qualità da entrambi, che vale doppio rispetto al lavoro di uno solo. Il livello dei ragazzi, più equilibrato è, meglio è per tutti.

L’immagine di Zielinski dopo il gol di Raspadori di Torino è quasi liberatorio. In cuor suo, se la sente di dire che nei prossimi tre anni si proverà di tutto per rivincere lo scudetto?
“Mi sento di dire a lei di stare tranquillo, con la corda tirata”.

 

Fonte foto: Rompipallone

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