Roma, Pellegrini: “Obiettivi? Non ci precludiamo nulla! Ai giudizi ci si abitua… Mourinho? Ecco come è andata”

Lorenzo Pellegrini Roma

Lorenzo Pellegrini, centrocampista della Roma, si è concesso ad una lunga intervista ai microfoni de ‘IlRomanista.eu’. Di seguito le parole del numero 7 giallorosso. 

Un’estate difficile, tra addio alla Roma o permanenza incerta. Alla fine Lorenzo Pellegrini, un po’ per scelta e un po’ per forza ha continuato a vestire la maglia giallorossa. Dal rapporto con Gasperini a quello con i tifosi, passando dalla famosa ‘discussione’ con Mourinho fino ad arrivare agli obiettivi stagionali della squadra. Di seguito l’intervista del numero 7 giallorosso ai microfoni de ‘IlRomanista.eu’.

Roma, Pellegrini: “Gasp è diverso, con lui siamo sulla strada giusta”

Gasperini vi parla del vostro obiettivo? Lui ha parlato di obiettivi tecnici ed economici. E sembra non precluda nulla… Perché dovremmo precludere qualcosa? Siamo tutti i giorni qui, lavoriamo tanto per cercare di migliorarci e di far andare bene le cose. Il mister ci dice cose in cui io credo, ovvero che dobbiamo concentrarci sul campo. Col Milan abbiamo fatto 20 tiri in porta, 30 cross e zero gol. Sono quelle le cose in cui dobbiamo migliorare. Essere più cinici, tante volte, è anche un discorso di testa. Spesso ci si fissa: “Ora non entra…”. Invece no. Gasperini dice di migliorarci sulle cose in cui dobbiamo migliorare; tutto ciò che riguarda l’impegno, la dedizione, la determinazione. Nelle ultime cinque partite, anche il modo di giocare è cambiato in positivo. Poi, fra un po’ di tempo, ci daremo un obiettivo più concreto. Parlare adesso è anche un po’ inutile”.

 Che rapporto hai con Gasperini? Ora non hai più la fascia, ma stai giocando e sembra che ti tratti con onestà e quasi ammirazione… “È la verità. Anche negli anni scorsi, quando io portavo la fascia la domenica, ho sempre detto che la fascia è di chi la porta tutti i giorni. Di chi non viene mai un minuto in ritardo a Trigoria, perché è una questione di rispetto verso se stessi e verso tutti i professionisti che sono qui. Di chi ha sempre un atteggiamento propositivo coi compagni. Di chi non si preoccupa solo di se stesso, ma del bene del gruppo. Questo per me è essere un capitano e quello che ho provato sempre a essere. Non solo quando avevo la fascia al braccio, è uguale oggi che non ce l’ho”.

In estate, tra l’altro, Gasperini ha parlato di te. E ha detto che la questione del tuo “recupero” doveva essere condivisa da società e tifosi. Che effetto ti hanno fatto quelle parole? “Secondo me il mister è una persona molto schietta, lo apprezzo tanto per questo. Ci siamo confrontati quando ero ancora infortunato e lavoravo a parte. Una volta rientrato in squadra, mi ha sempre trattato come uno degli altri, senza problemi. Io non so che voci gli fossero arrivate… Né lui, né io siamo persone che hanno bisogno di parlare un’ora tutti i giorni. Però, quando ci si parla, si dicono le cose come stanno. Poi basta. Si è chiuso il calciomercato, sono rimasto qui e abbiamo lavorato in campo”.

MILAN, ITALY – NOVEMBER 02: Gian Piero Gasperini, Head Coach of AS Roma, gestures as he gives the team instructions during the Serie A match between AC Milan and AS Roma at Giuseppe Meazza Stadium on November 02, 2025 in Milan, Italy. (Photo by Marco Luzzani/Getty Images)

Pellegrini: “Addio alla Roma? Ci ho pensato, ma ecco come è andata in estate…”

Sei rimasto qui, ma hai avuto la possibilità di andare via? Ci sono state offerte? Ci hai pensato? “Ci ho pensato, ovviamente. E più che offerte, ci sono stati interessamenti. Ma comunque quell’infortunio è stato troppo determinante in quel momento. Ancora non mi allenavo con la squadra; ho fatto la prima panchina simbolica a Pisa, dopo essermi allenato una volta con gli altri. In più, sono uno a cui non piacciono le cose fatte all’ultimo: se devo fare una cosa, devo pensarci bene, essere convinto di ciò che faccio”.

È stato bello vedere come hai reagito ai fischi. Sei il capitano della Roma e 40mila persone – solo 40mila perché la Sud non lo ha mai fatto – ti fischiano… “Alla fine è il nostro lavoro. È brutto dire che ci si abitua, ma ci si abitua a essere giudicati, questo sì. Il problema di quei fischi, come un po’ dell’anno scorso, è che io ero più incazzato di loro per quello che era successo. E dopo un po’, essere fischiato per ogni cosa che va male, anche quando non ci si entra nulla… Io non ho problemi a dirlo”.

Pellegrini su Mourinho: “Nulla di vero in ciò che è stato raccontato!”

Raccontaci di quando hai cacciato Mourinho…Sì… (ride, ndr). A me piaceva Mourinho. Quello che è accaduto, e che mi è stato detto, è che a lui quando è andato via è stata raccontata una cosa che non era vera. Ma io non potevo lasciar correre questa cosa così, per il rapporto che ho con lui”.

All’inizio questa cosa non era stata raccontata per intero. “È vero. Ma se una persona rimane male di una cosa, io devo chiamarla e chiedere il motivo. Non era il mio periodo di forma migliore, ma può capitare. Le partite non si vincono o perdono in uno, ma in venti. Per quanto riguarda il resto e le cose che sono state dette su di me, non c’era niente di vero”.

E perché la gente ce l’aveva con te, per un periodo? Per il fatto che eri tu il capitano? Per la storia di Mourinho?Magari sì, magari un po’ tutto. Poi bisogna essere onesti, e io lo sono: quella dell’anno scorso è stata una stagione brutta brutta. Anche al livello delle prestazioni, del giocatore, del professionista. Lasciamo stare Lorenzo, la Roma, la romanità. È stata una stagione brutta. Quello ci sta. Se vengo criticato per la prestazione, è un discorso. Siamo professionisti, è lecito. Io come giocatore posso piacere, non piacere, stare o non stare simpatico. La cose che mi manda in bestia è che dentro questa città si parli di cose che non accadono mai. Che succedono al di fuori, nella testa di qualcuno. E da quella testa, quella cosa riesce a entrare in altre cinquantamila teste.  È quello il problema”.

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